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4 APRILE

Oggi, ma nel 1943, a Napoli, in via dei Tramvaj, nella zona di San Pietro a Patierno, il B-24D Liberator, rinominato “Lady be good”, statunitense, in servizio al 376° gruppo bombardieri, colpiva dal cielo quell’area cittadina mietendo 221 vittime e 387 feriti tra i civili. Crollavano 34 edifici. Era l’attacco compiuto dall’alto più feroce tra quelli scesi sulla città partenopea, particolarmente presa di mira dagli ordigni esplosivi a stelle e strisce, nel contesto del secondo conflitto mondiale. Dal 1964, dopo la sostituzione della vecchia linea ferrata della zona nord-orientale, che dava il nome all’arteria di comunicazione, la strada sarà ribattezzata proprio viale 4 aprile in onore dell'avvenimento.

Nel 1983, in occasione del 40° anniversario della strage, il quartiere renderà omaggio ai caduti attraverso l’apposizione della lapide ricordo, con sopra scritto: “A perenne memoria di quanti qui perirono il 4 aprile del 1943 - Vittime civili di un’assurda guerra - La cittadinanza di San Pietro a Patierno - 4 aprile 1983”. Il 9 novembre 1958, l’aereo incriminato, contrassegnato dal numero 64 sulla carlinga, che era partito dal Soluch Airfield in Libia, dove era di stanza dal 18 marzo di quel 1944, ed era alla sua prima missione, verrà ritrovato, da una spedizione petrolifera britannica, nel Calanshio, il grande deposito sabbioso situato nell’entroterra libico. L'aereo si presenterà spezzato in due tronconi (nella foto, particolare), ma in buono stato di conservazione, così da consentire di ricavare dettagli preziosi per comprendere l'andamento delle cose. Il velivolo, dopo aver sganciato il pesante carico di congegni micidiali sotto il Vesuvio, non era riuscito a rientrare nella base nordafricana, a causa della improvvisa tempesta di sabbia di quel giorno, ed era stato dato per disperso.

I componenti dell’equipaggio, a cominciare dal pilota, il tenente dell’aeronautica militare Usa William Hatton, erano stati costretti a lanciarsi col paracadute, lasciando l’aereo, ormai fantasma, senza guida, a schiantarsi sulle dune. Poi i 9 miliari americani periranno nella distesa di sabbia, dopo aver marciato per 8 giorni, pari a 160 chilometri, in cerca di salvezza. Stramazzeranno, stremati dalla mancanza d’acqua e dalle difficoltà ambientali. Alcuni dei corpi verranno rinvenuti, il 12 maggio 1960, seguendo il percorso verso nord dal relitto dell’aereo. I dettagli, incluso il letale passaggio su Napoli del 4 aprile 1943, ma anche la triste fine dei dispersi nel mare di sabbia, verranno rivelati dal diario personale del copilota, il sottotenente Robert Toner, recuperato accanto al corpo.