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4 dicembre

Oggi, ma nel 1987, a Piana di Monte Verna, in provincia di Caserta, in zona Fagianeria, i camorristi Francesco Mauriello, Antonio Basco, Pasquale Spierto, uccidevano i carabinieri Carmelo Ganci e Luciano Pignatelli durante un inseguimento. I sicari, che agivano a colpi di fucile Winchester 30 Luger calibro 7,65, erano collegati al clan criminale dei casalesi, l’organizzazione ritenuta più potente e spietata della Campania, facente capo a Francesco Schiavone “Sandokan” e al suo braccio destro Francesco Bidognetti.

Ganci era originario di Giovinazzo, in quel di Bari, e aveva 23 anni, Pignatelli era nativo di Siracusa e di anni ne aveva 25. Entrambi i militari erano in forza alla stazione di Castel Morrone. Ma in quel frangente erano fuori servizio e non indossavano la divisa. Si erano messi ugualmente all’inseguimento dei malviventi, che avevano rapinato un bar di Castel Morrone ed erano fuggiti a bordo di una Saab 9000 turbo, dopo aver avuto notizia dell’assalto al locale pubblico della cittadina che erano stati chiamati a presidiare. Pignatelli, che era alla guida, raggiunto da uno dei proiettili, non riusciva più a governare la macchina, la Fiat Ritmo di proprietà di Ganci, che finiva fuori strada, ribaltandosi nei terreni della Cirio, la società agricola del posto, appena superato il ponte del fiume Volturno, all’incrocio con la strada provinciale 330 per Caiazzo e la carrabile per Biancano di Limatola, nel beneventano. Quindi i fuorilegge, approfittando della situazione e dell’impossibilità dei due rappresentanti dell’Arma, feriti e intrappolati nella vettura, di difendersi, li finivano esplodendo 60 colpi.

La ferocia del duplice delitto desterà non poco clamore mediatico in tutto il Belpaese. Tra le ipotesi che salteranno fuori durante i vari gradi di giudizio del processo ci sarà anche quella secondo la quale i camorristi non avrebbero riconosciuto i carabinieri, ma verosimilmente avrebbero creduto si trattasse di avversari pronti al regolamento di conti. Il 31 ottobre 1988 i due malcapitati carabinieri verranno insigniti della medaglia d’oro al valor civile, alla memoria. Nel luogo del loro estremo sacrificio verrà eretto un cippo in ricordo (nella foto, particolare). Anche grazie alle rivelazioni del pentito Dario De Simone, già killer al soldo dei casalesi, il 25 giugno 2009, gli assassini verranno condannati, in appello, tutti e tre, all’ergastolo. Il quarto presunto componente del gruppo di fuoco, Vincenzo Maisto, non entrerà nell’inchiesta, che verrà riaperta nel 2004, poiché morirà, nella sparatoria tra clan rivali, a San Cipriano d’Aversa, sempre in quel di Caserta, il 15 dicembre 1992.

La vicenda dell’esecuzione di Ganci e Pignatelli verrà raccontata nella carrellata di 13 episodi contenuta nelle 256 pagine del volume scritto da Raffaele Sardo “La sedia vuota. Storie di vittime innocenti della criminalità”, che verrà promosso dalla Fondazione partenopea Polis, pubblicato dall’editore Iod, di Casalnuovo di Napoli, nel 2018.