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4 marzo

Oggi, ma nel 1976, a Mezzojuso, in provincia di Palermo, veniva ucciso, con due colpi di lupara sparati alla schiena, Giuseppe Muscarella (nella foto), contadino ed allevatore, fondatore e vice presidente della sezione locale dell'Alleanza coltivatori siciliani, creata esattamente due anni prima per rottura dei suoi rapporti con Coldiretti, portandosi dietro 80 contadini ed allevatori poveri. Contestualmente la vittima aveva dato vita anche ad una cooperativa agricola composta da 26 soci, agricoltori ed allevatori di piccole dimensioni.

L'omicidio, che avveniva a 13 chilometri da Mezzojuso, in campagna, nella contrada Curila, dove il malcapitato aveva la stalla con i maiali, i polli e le galline, era stato motivato soprattutto dall'ultima sua campagna intrapresa in favore dei lavoratori della terra. Muscarella, infatti, aveva capeggiato la rivolta per acquistare fertilizzanti naturali e concimi chimici in grande quantità per far scendere il prezzo, da 18mila lire al quintale a 10.800, saltando le intermediazioni definite "parassitarie" e soprattutto le ingerenze di sovrapprezzo imposte dalle cosche mafiose della zona. Che, vedendosi scavalcate, non hanno perdonato l'affronto.

Anzi, proprio per inviare un messaggio sulla natura del delitto, hanno anche impiccato la giumenta gravida che avrebbe dovuto riportare Muscarella a casa. Abitazione dove lo aspettavano la moglie, Giuseppina Gattuso, di 41, proprietaria di ina rivendita di generi alimentari, e i quattro figli: Rosaria, di 3, Luigino, di 5, Salvatore, di 8 - malato di cuore e in attesa dell'operazione salvavita da affrontare in una clinica specializzata negli Stati uniti e per la quale il padre stava raccogliendo i soldi necessari -, e Francesco, di 12. Né gli esecutori materiali dell'esecuzione criminale né i mandanti verranno individuati ed assicurati alla giustizia.