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4 novembre

Oggi, ma nel 1927, a Bologna, la Federazione italiana giuoco calcio, presieduta dal gerarca fascista Leandro Arpinati, revocava il primo scudetto vinto dal Torino, il 3 luglio precedente. La decisione arrivava dopo la seduta federale del giorno prima, tenuta nella casa del fascio del capoluogo emiliano, per le presunte irregolarità causate dalla corruzione del terzino della Juventus e della Nazionale Luigi Allemandi (nella foto in maglia della rappresentanza italiana allenata da Vittorio Pozzo, alla sua sinistra).

Allemandi, classe 1903, alla Juve dal 1925, si sarebbe accordato con il revisore dei conti del Toro Guido Nani, su indicazione del presidente della società granata Enrico Marone Cinzano, per 35mila lire, da versare in due rate, una da 25 e una da 10, per favorire la vittoria del Torino nel derby della Mole, del 5 giugno 1926, allo stadio Filadelfia del capoluogo piemontese.

La gara Torino-Juventus era poi terminata 2-1 dopo una sospetta rimonta della compagine torinese. Lo scandalo era stato portato in cronaca dal giornalista sportivo Renato Ferminelli, tra il 29 luglio 1927 e il 22 settembre successivo, sulle pagine delle riviste "Lo sport" di Milano e "Il tifone" di Roma, sulla base delle rivelazioni dello studente del Politecnico torinese Francesco Gaudioso, che fin dall'inizio aveva fatto da intermediario tra Nani e Allemandi per organizzare la combine.

Per volere di Arpinari il titolo di campione d'Italia 1927 rimarrà non assegnato e sarà la prima volta. I vertici del Toro verranno squalificati a vita. Allemandi anche verrà squalificato, ma successivamente amnistiato dalla Figc e nel 1934 diverrà campione del mondo.