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5 agosto

Oggi, ma nel 1970, a Porto Marghera, in provincia di Venezia, polo industriale tra i più importanti d'Europa, noto per la presenza del Petrolchimico della Montedison, iniziavano i tre giorni di manifestazioni e scontri (nella foto) per la ribellione operaia dei cosiddetti "negri" della Italsider, che erano in agitazione contro lo sfruttamento sul lavoro, i tagli occupazionali e la politica dei subappalti.

In sostanza le ditte stavano attuando le prime forme di delocalizzazione e affidamento all'esterno nel totale silenzio/assenso deldelle organizzazioni sindacali e dei partiti. Soprattutto gli operai meno garantiti, come gli addetti alle pulizie e alla manutenzione invocavano l'intervento governativo per porre un freno all'emorragia di posti di lavoro, agli orari massacranti, all'assenza del servizio mensa, al cottimo, alle riduzioni salariali. In quel giorno la presidenza del consiglio dei ministri era ancora in mano al democristiano Mariano Rumor, col suo governo Rumor III, in carica dal 28 marzo precedente. Ma il 6 agosto subentrerà il governo guidato da Emilio Colombo, sempre Dc, che reggerà fino al 18 febbraio 1972. Il malcontento si era fatto sentire già dal 2 agosto precedente, ma solo il 5 si raggiungeva l'apice.

Si innescava la polemica fra dirigenza sindacale, militanti del Partito comunista italiano, capeggiato dal segretario Luigi Longo, e spontaneisti, contro i quali si scagliava il quotidiano del Pci l’Unità, diretto da Gian Carlo Pajetta, nel numero del 7 agosto successivo. Per fermare il corteo, la Polizia, oltre agli idranti e ai lacrimogeni, impiegava armi da fuoco: alimentando ulteriormente il clima rovente di quei giorni estivi. Cariche dei rappresentanti delle forze dell'ordine si verificavano anche nella limitrofa Cavarzere, sempre in quel di Venezia, contro il blocco di pendolari in protesta per il caro trasporti.

La manifestazione contro i licenziamenti si estenderà anche all’Italsider di Bagnoli, nel napoletano. Solo l'aumento degli stipendi riuscirà a far rientrare, benché parzialmente, la situazione che rischiava di degenerare ulteriormente e di protrarsi fino a Ferragosto.