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5 Novembre

Oggi, ma nel 1973, a Pavia, al policlinico cittadino, moriva Emanuele Zilli, di 25 anni, originario di Fano Adriano, in provincia di Teramo, operaio nella ditta Bertani, militante della sezione di piazza Grande del movimento sociale italiano, rappresentante sindacale Cisnal, candidato non eletto alle elezioni comunali. Spirava per i traumi multipli riportati, il 2 novembre precedente, in via Guglielmo e Antonio Scapolla, mentre in motorino tornava a casa, in borgo Ticino, dal lavoro. Lasciava la moglie e due figlie. Dal 2 novembre non aveva ripreso conoscenza e non si saprà mai se sia stato realmente ucciso, come poi si ipotizzerà, ed eventualmente chi sia stato a commettere il pestaggio omicida. La versione ufficiale darà il missino Zilli vittima di un banale incidente stradale: falciato da un pirata che non si sia poi fermato a soccorrerlo. Nonostante alcune ferite sospette e la posizione del corpo anomala (nella foto) rispetto al ciclomotore. Il partito guidato da Giorgio Almirante non rivendicherà subito la fine di Zilli come quella di uno dei suoi camerati caduto nella battaglia contro i rossi perché, come rivelerà il quotidiano Il Secolo d'Italia, del 5 novembre 2013, lo stesso segretario nazionale del Msi verrà tenuto all'oscuro dei retroscena legati al precedente scontro, del 5 dicembre 1972, avvenuto in piazza della Vittoria, tra Zilli e l'esponente marxista-leninista pavese Carlo Leva. L'ipotesi della vendetta politica rimarrà solo una delle piste.

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