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6 giugno

Oggi, ma nel 1978, a Udine, Cesare Battisti, dei Proletari armati per il comunismo, uccideva per strada lungo il tragitto verso il lavoro al penitenziario con tre colpi di pistola Glisenti 10.20 alla testa il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, nato nel 1926, comandante della casa circondariale cittadina. L'omicidio dei Pac, al quale partecipavano anche i militanti Enrica Migliorati (fingendosi la fidanzata di Battisti), Claudio Lavazza e Pietro Mutti (facendo da palo e coprendo la fuga), avveniva per presunti maltrattamenti operati da Santoro e dai suoi agenti ai danni dei detenuti, inclusi alcuni dei Pac, appurati dopo l'inchiesta del quotidiano di area Lotta continua e poi ripresa anche da altre fonti di informazione.

Ad accusare Battisti, classe 1954, sarà Mutti nella sua fase successiva da collaboratore di giustizia. Santoro, oltre ad essere insignito della medaglia d'oro al valor civile alla memoria, il 6 giugno 2007 avrà intitolata a suo nome la nuova caserma di Polizia penitenziaria di Udine. Battisti verrà condannato, prima a 12 anni e poi all'ergastolo, e inizierà il tortuoso percorso di fuga dal carcere di Frosinone nel 1981, di latitanza in Messico, Francia, Brasile unita per lunghi periodi alla condizione di rifugiato politico e di detenuto all'estero fino al rientro in Italia, il 14 gennaio 2019, in manette, per scontare nel carcere di Oristano pene comminate anche per altri tre omicidi oltre il delitto Santoro.