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6 Luglio

Oggi, ma nel 1991, a Roma, nella storica sede di via della Scrofa, Pino Rauti rassegnava le dimissioni da segretario nazionale del Movimento sociale italiano - Destra nazionale. Il gesto, sofferto, arrivava dopo le non velate critiche ricevute anche dalla base dei "neri" a causa degli insuccessi elettorali. Il partito, fondato nella Capitale il 26 dicembre 1946 soprattutto da Giorgio Almirante, Biagio Pace e Pino Romualdi, era arrivato al minimo storico. Aveva raccolto il 4,9 per cento, pari a 138.732 voti, conquistando 5 seggi, alle elezioni amministrative siciliane, il 16 giugno precedente, regione speciale che annoverava un solido bacino di voti a destra. Il comitato centrale missino eleggeva Gianfranco Fini al posto di Rauti. Fini rimarrà segretario nazionale fino allo scioglimento del partito, che avverrà il 27 gennaio 1995, con la cosiddetta svolta di Fiuggi. In quella sede diverrà presidente della neonata Alleanza Nazionale, ulteriore evoluzione del principale partito di destra. Rauti, fermamente contrario alla nascita di An, fonderà, insieme con gli ex senatori missini Giorgio Pisanò e Cesare Biglia e con l'ex deputato dello stesso partito Tommaso Staiti di Cuddia, l'Msi Fiamma tricolore. Al XV congresso, tenutosi a Sorrento, l'11-14 dicembre 1987, era già stato eletto per la prima volta alla guida della segreteria nazionale il 35enne Fini che aveva avuto la meglio, anche grazie all'appoggio del leader malato Almirante -che morirà nell'Urbe il 22 maggio '88- su Rauti. Quindi, dopo l'abbandono della segreteria da parte di Rauti, del 6 luglio '91, quello del bolognese Fini, delfino di Almirante, era un ritorno. Rauti, originario di Cardinale, in provincia di Catanzaro, classe 1926, era stato eletto segretario nel congresso di Rimini dell'11-14 gennaio 1990 (nella foto, a destra, mentre stringe la mano proprio a Fini). Passerà alla storia lo scontro tra Rauti e Fini, anche per la differenza d'età, per essere considerati il vecchio e il nuovo del neofascismo nazionale, per l'impronta più intellettuale di Rauti rispetto a quella prevalentemente politica di Fini, pur essendo entrambi cresciuti professionalmente come giornalisti professionisti. Verrà ricordata la caustica bordata di Rauti nei confronti della presunta inferiorità culturale Fini:«Ricordati che abbia scritto più libri io di quanti ne abbia letti tu!».

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