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6 settembre

Oggi, ma nel 2006, a Mondragone, in provincia di Caserta, veniva ucciso a colpi di pistola il metronotte della cooperativa Lavoro & giustizia Michele Landa (nella foto), classe 1945, di Mondragone, in servizio di vigilanza all'antenna Omnitel-Vodafone della frazione di Pescopagano di Mondragone, ritenuta zona a rischio per l'infiltrazione camorristica. Poi il cadavere verrà bruciato all'interno della Fiat 600 di servizio e gettato in un fosso a Mondragone dove verrà ritrovato il 10 settembre. La vittima era impiegata in quel ruolo da 24 anni e sarebbe dovuta andare in pensione il mese successivo, lasciando il posto al figlio Antonio di 25 anni. Il responsabile dell'omicidio non verrà scoperto e quindi il delitto rimarrà un giallo senza un colpevole assicurato alla giustizia. Il ripetitore, la cui tutela era costata la vita a Landa, verrà rimosso definitivamente il 6 ottobre 2006.

La vicenda verrà raccontata dall'attore ed ex consigliere regionale lombardo dell'Italia dei valori e poi di Sinistra ecologia e libertà Giulio Cavalli (ma in precedenza anche dal giornalista e scrittore Sergio Nazzaro nella raccolta "Per fortuna c'ho la camorra", edita da Fazi nel 2007), già sotto scorta per le sue ripetute denunce contro il malcostume della criminalità organizzata italiana, nel libro "Mio padre in una scatola di scarpe", pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Rizzoli di Milano. Il titolo farà riferimento al racconto dei familiari della guardia giurata che saranno costretti a recuperare i resti carbonizzati del loro caro, nella vettura parcheggiata nel piazzale della Stazione dei carabinieri di Mondragone, in un contenitore di cartone abitualmente utilizzato per le calzature.