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7 agosto

Oggi, ma nel 1978, a Nova Siri, in provincia di Matera, in Basilicata, si chiudeva l'esperienza del campeggio antinucleare di protesta. Era stata organizzata dagli ambientalisti e dai verdi, sia locali che nazionali, per premere contro l'insediamento di una ulteriore centrale per la produzione di energia rinnovabile nella zona. Area che a più riprese, nel corso degli anni, era stata presa in considerazione come deposito di scorie tossiche e come base per lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche di grande utilità, ma anche molto rischiose.

L'accampamento era riuscito bene dal punto di vista del messaggio da inviare ai mezzi di informazione e ai politici, ma era stato utilizzato anche per creare un rapporto positivo con le popolazioni della zona, interessate dal problema della salvaguardia della salute. Si era svolto nonostante la militarizzazione del territorio, controllato dalle forze dell'ordine per evitare incidenti, il duro attacco della Democrazia cristiana sia locale che nazionale e il ruolo timidamente antinucleare assunto dal Partito comunista italiano che non aveva fornito un vero appoggio agli antagonisti in corteo (nella foto, dell'archivio storico Petrone, fondo Casimiro, particolare dello scatto Di Bella). Nel corso dei dieci giorni di presidio erano state svolte assemblee nella scuola elementare cittadina, era stata allestita la mostra informativa sui rischi del nucleare per l'ambiente e per l'uomo.

Era stato anche girato un cortometraggio, con la partecipazione degli operai dello zuccherificio ionico, che era stato proiettato nelle realtà municipali limitrofe. La giornata più importante per la lotta antiatomica era stata quella del 5 agosto precedente, con 5mila manifestanti, inclusi i residenti della zona, che erano riusciti a bloccare, per quattro ore, la strada statale, occupando l’entrata del deposito di scorie della Trisaia, di Rotondella, sempre in quel di Matera, futuro centro ricerche dell'Ente nazionale energia atomica, per altri 120 minuti. Il 22 e 23 settembre 2018, Nova Siri ospiterà due giorni di convegni, promossi dal comitato del "no" al nucleare lucano, in collaborazione con le rappresentanze sindacali di base delle realtà imprenditoriali del posto, per celebrare il quarantesimo anniversario dall'evento che, pur tra molteplici polemiche, aveva tentato -in un certo modo riuscendoci- di salvaguardare dallo scempio ambientale necessario ad implementare lo sfruttamento selvaggio una terra già caratterizzata da particolari problemi lavorativi e di sussistenza.