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7 maggio

Oggi, ma nel 1945, da Bortigali, in provincia di Nuoro, ai piedi del Monte Santu Padre, alle 14, nel covo improvvisato di Radio Sardegna, in una grotta rifugio nella Barbagia, sede scelta per tenersi lontano dai bombardamenti aerei, il caporale dell'Esercito Quintino Ralli, intercettava, primo al mondo, da Algeri, proprio su Radio Algeri, la radio americana che trasmetteva agli alleati la resa della Germania nazista, che decretava la fine della seconda guerra mondiale. Il messaggio era, in francese: «L’Allemagne s’est rendue. La guerre est finie». Che Ralli ribatteva, dalla sua trasmittente militare a carbone, attraverso l'antenna radio R6 ad onde medie, posizionata a Birori, sempre nel Nuorese. Per far dare l'annuncio da Cagliari, dal comando delle forze armate dell'isola, guidate dal generale Antonio Basso, napoletano del 1881, anticipando di 20 minuti, via Radio Sardegna, - emittente entrata in funzione dopo l'8 settembre 1943 e considerata la prima radio libera italiana - la notizia ufficiale data da Radio Londra, della Bbc. E battendo di sei ore l'annuncio confermato in Italia da Radio Roma.

Ralli, radiotecnico addetto alla manutenzione dell'impianto di trasmissione con sede principale a Cagliari, della compagnia 47 mista telegrafisti e marconisti dell'Esercito, aveva agito attraverso un apparecchio (nella foto proprio Ralli, da anziano, mentre lo mostra come cimelio) trovato due anni prima. Recuperato tra i rottami di un quadrimotore bombardiere americano abbattuto dai tedeschi tra Bortigali, appunto sede occulta della radio sarda, e Macomer, quest'ultimo centro era snodo nevralgico per il trasporto ferroviario. Ralli, originario di Bore, in provincia di Parma, classe 1920, aveva iniziato a studiare radiotecnica ad Alba, in provincia di Cuneo, quando aveva 13 anni, nell'istituto Pia società San Paolo e si era poi diplomato in radiotecnica a Casale Monferrato, in quel di Alessandria. Nel 1942 era stato chiamato a svolgere il servizio armato ed era stato assegnato, come radiotecnico e radiotelegrafista, nel supporto radiocomunicazioni dell'Esercito. L'anno dopo era stato trasferito in Sardegna, quando l'isola era rimasta tagliata fuori dal resto dell'Italia, già divisa in zona nord e sud.