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7 MAGGIO

Oggi, ma nel 1984, a San Donato Val di Comino, in provincia di Frosinone, alle 17.50, veniva registrata la prima scossa del terremoto dell’Italia centrale, dell’VIII grado della scala Mercalli, che interessava anche l’Abruzzo e il Molise.

I centri abruzzesi più colpiti erano: Alfedena, Ateleta, Bugnara, Opi, Pescasseroli, Scontrone, Villetta Barrea, tutti nell’aquilano. Poi venivano toccati anche: Acquaviva d’Isernia, Colli a Volturno e Pizzone, in quel di Isernia. Nel Frusinate veniva danneggiata anche Roccasecca.

L’11 maggio successivo, alle 12.42, la terra tremerà nuovamente. Con forza pari al VII grado Mercalli ed epicentro a poca distanza dal fenomeno del 7 maggio. Forlì del Sannio, sempre in quel di Isernia, franerà. Complessivamente verranno coinvolti 70 comuni e si conteranno 7 vittime e 83 feriti. Inclusi un agricoltore, che a Presenzano, in provincia di Caserta, si capovolgeva mentre era al lavoro col suo trattore, e una donna che, ad Alfedena, letteralmente moriva per lo spavento avvertito. I danni agli edifici erano ingenti e ci saranno 8mila sfollati.

Gli interventi verranno affidati al ministro per il coordinamento della Protezione civile Giuseppe Zamberletti, del governo guidato dal socialista Bettino Craxi. Di fatto la struttura di Protezione civile era sorta da poco, ovvero col decreto legge 27 febbraio 1982, numero 57, convertito in 29 aprile 1982, numero 187.

A Frosinone e all’Aquila venivano installati due centri operativi, per coordinare le operazioni di soccorso affidate sia ai militari dell’esercito che ai civili volontari. Venivano montate il più velocemente possibile le tendopoli che, soprattutto ad Alfedena (nella foto, particolare, una zona del centro interdetta per il rischio della caduta dei calcinacci), dove era pericolante il 90 per cento degli edifici, erano imprescindibili. Anche perché, all’inizio di maggio, di notte, sotto la montagna inserita nel comprensorio del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, la temperatura non era ancora clemente coi malcapitati.

A Civitella Alfedena, il Centro visite del lupo appenninico diventava punto di raccolta di zona di distribuzione degli aiuti per i senzatetto. Le strade provinciali erano interrotte per le frane e anche la statale Napoli-Pescara era bloccata. A Manoppello, nel pescarese, si era sbriciolato il campanile della chiesa di San Francesco.

Quello del 7 maggio 1984 verrà etichettato come il terremoto dimenticato anche perché la fase di ricostruzione sarà lenta e farraginosa. Con provvedimenti della presidenza del Consiglio dei ministri del 27 giugno 2005, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica numero 154 del 5 luglio 2005, a 21 anni dai crolli.