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8 Febbraio

Oggi, ma nel 1996, a Merano, in provincia di Bolzano, lungo il corso del fiume Passirio, Ferdinand Gamper, altoatesino, classe 1957, uccideva con un colpo di carabina Weihrauch calibro 22 magnum modificata, alla testa, Hans Otto Detmering, di 61 anni, e l'amante, Clorinda Cecchetti, di 50. Era il primo delitto di quello che verrà etichettato come "mostro di Merano". In totale ammazzerà 6 persone, per lo più mosso da odio razziale nei confronti dei residenti di quella porzione di Alto Adige di lingua italiana. Scatenando nuovamente preoccupazione in una fascia dell'Italia già pesantemente segnata da conflitti tra le minoranze etnico-linguistiche. Questo porterà il caso di cronaca nera a una particolare attenzione mediatica. Anche nel caso della morte di Detmering, pur essendo italo-tedesco, il sicario con buona probabilità era stato tratto in inganno dall'aver ascoltato la chiacchierata con la Cecchetti in italiano. La seconda azione criminale avverrà, sempre nella stessa modalità, centrando la nuca, e con la medesima arma, il 14 febbraio successivo, a Sinigo di Merano, contro Umberto Marchioro, di 58. Poi attaccherà, ancora a Merano, il 27 febbraio, facendo fuori Paolo Vecchiolini, di 36. Quindi sarà la volta, l'1 marzo, a Rifiano, sempre in quel di Bolzano, dell'omicidio di Tullio Melchiorri, di 58. Nello stesso giorno il killer si suiciderà, sparandosi da distanza ravvicinata con il suo stesso fucile (nella foto, il cadavere), dopo il conflitto a fuoco con i carabinieri che costerà la vita al maresciallo Guerrino Botte.

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