TODAY

8 febbraio

Oggi, ma nel 1937, a Malaga, in Spagna, le camicie nere italiane, insieme alla rappresentanza dell’esercito del sud, occupavano la città. Il Corpo truppe volontarie italiane, composto da 5mila uomini guidati dal colonnello Mario Roatta, era alla prima azione accanto ai franchisti nell’ambito della guerra civile nella penisola iberica. L’assalto contro i repubblicani era cominciato il 3 febbraio precedente.

Negli scontri di Malaga Roatta, che era anche formalmente capo del Servizio informazioni militari, veniva ferito al braccio sinistro da una raffica di mitraglia nemica che gli causava una doppia frattura. Malaga contava nominalmente 300mila abitanti, tra i quali vi erano 90mila profughi fuggiti dalle zone messe sotto scacco dall’esercito del generale Francisco Franco, Caudillo di Spagna. Ma quando arrivavano gli italiani la città era semideserta. I residenti erano fuggiti dalla strada litoranea verso Almeria, posta a 200 chilometri ad est. Le 250mila persone sbandate lungo la via dell’ipotetica salvezza verranno attaccate ugualmente, dall’alto, dall’aviazione italiana. Alla fine si conteggeranno 15mila morti tra i civili. Il capo del fascismo Benito Mussolini enfatizzerà il risultato tricolore dell’8 febbraio 1937 e deciderà d’implementare la presenza italica in quel non convenzionale teatro bellico, nonostante l’accordo di non intervento stipulato con la Spagna.

L’8 marzo successivo Roatta fallirà la battaglia di Guadalajara, che si protrarrà fino al 23, che vedrà la vittoria delle forze repubblicane. Per le formazioni in orbace quell’esperienza, benché militarmente non decisiva, rappresenterà la battuta d’arresto all’avanzata strategica fortemente caldeggiata dal Duce. Fiaccherà gli animi dei combattenti del Belpaese (nella foto, particolare, un manifesto contro l’invasione italiana in Spagna) e avrà risonanza internazionale negativa. Sarà la prima sconfitta inferta agli italiani da parte dell’esercito popolare al fianco del quale combatteranno anche anarchici ed antifascisti italiani. Tanto che per la futura Resistenza italiana, quella che si mobiliterà al volgere della seconda guerra mondiale, Guadalajara sarà la prima vera batosta subita dai fascisti. Non a caso il giornalista statunitense Herbert Matthews, sul quotidiano “New York Times”, scriverà che Guadalajara sarà «per il fascismo quello che la sconfitta di Bailén [dal 17 al 19 luglio 1808, sempre in Spagna], era stata per Napoleone Bonaparte».