#TODAY

9 Maggio

Oggi, ma nel 1921, a Bologna, in via Miramonte, veniva assassinato con un colpo di rivoltella il maresciallo capo dei carabinieri Pietro Biraghi, di 42 anni, da un certo Lanciotto, il nome per intero non si saprà mai, un malvivente di 29 anni originario di Santa Croce di Siena chiamato nei dispacci della questura di Firenze anche "il toscanino" e "il toscano terribile", con la complicità di Vincenzo Morandi, 19 anni, e Sergio Sabbatini, di 25. Il militare, nato a Torino nel 1879, già comandante della stazione di Castelmaggiore, era uscito dalla caserma di piazza Giulio Giordani ed era stato attirato in una zona ritenuta malfamata e covo di banditi da una soffiata perché era sulle tracce di un ladro seriale. In realtà, era un'imboscata. Il proiettile era entrato sotto la scapola sinistra ed era uscito dal costato destro dopo aver perforato il cuore del carabiniere che dopo essersi piegato sul ginocchio destro e aver tentato di appoggiarsi a una colonna del porticato era spirato per dissanguamento. Giuseppina Comelli e Maria Cosenza, che si trovarono casualmente sul luogo dell'omicidio, tentarono di soccorrere il maresciallo, ma inutilmente. Biraghi (nella foto, particolare della lapide commemorativa posta nel chiostro VIII della Certosa di Bologna) in quei giorni stava, tra l'altro, istruendo le reclute dell'Arma della classe 1901. Per lui era già pronta la promozione a maresciallo maggiore: gli verrà tributata dopo la morte. Non appena tra i malavitosi locali si spargerà la voce dell'eliminazione di Biraghi, malfattori di ogni sorta si uniranno per vendicare il "loro" maresciallo soprattutto facendo leva sul personale codice morale che imponeva di non toccare donne, bambini e carabinieri. Il "toscanino", che oltretutto era un fuorilegge forestiero, verrà ritrovato cadavere nelle vicinanze del luogo dell'omicidio di Biraghi.

@RIPRODUZIONE RISERVATA