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9 NOVEMBRE

Oggi, ma nel 1879, a Bologna, veniva inaugurato il monumento dedicato alla memoria del medico Luigi Galvani, tra i più apprezzati fisiologi del Belpaese. Bolognese, del 1737, scopritore dell’elettricità biologica animale, inventore del galvanometro e della galvanizzazione.

La statua era stata posta nell’omonima piazza, già della Pace anche detta del Pavaglione, davanti alla Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, ed era stata realizzata dallo scultore romano Adalberto Cencetti, con marmo lavorato dal bolognese Davide Venturi. Raffigurava Galvani mentre era intento nei suoi singolari esperimenti sulle zampe delle rane.

La sera del 6 novembre 1780 Galvani, effettuando un test, aveva toccato con un arco conduttore i muscoli della zampa di una rana morta e aveva scoperto che l’animale si muovesse con un balzo ugualmente. L’utilizzo di questi anfibi era tratto dalla pratica, avviata dal predecessore Marcello Malpighi, da Crevalcore, sempre in quel di Bologna, classe 1628.

Il monumento a Galvani verrà definito dal giornale “La Patria”, nell’articolo di presentazione dell’opera, come il primo monumento civile della città felsinea. Galvani era stato allievo di Giovanni Antonio Galli, altro personaggio importante della medicina non solo locale, ma nazionale, che esercitava nell’ospedale bolognese Sant’Orsola e dal quale aveva anche ereditato la collezione di modelli ostetrici che confluiranno nel patrimonio del Museo universitario di palazzo Poggi, in via Luigi Zamboni.

Degni di nota rimarranno, nella storia della fisiologia, gli accesi scontri tra Galvani e Alessandro Volta. Quest’ultimo, originario di Como, del 1745, al tempo era uno stimato professore di fisica nell’ateneo pavese. Le divergenze erano tra la concezione di Galvani della presenza di elettricità nei muscoli degli animali, come fossero dei serbatoi e quella di Volta che riteneva che le contrazioni muscolari non fossero causate dall’elettricità presente nell’animale, ma prodotte da una sorta di irritazione dei nervi.

Galvani era poi convinto che l’elettricità venisse prodotta dal cervello e da questo trasmessa e controllata attraverso i nervi. Sostanzialmente entrambi i contendenti avevano ragione. Gli studi e gli esperimenti effettuati da Galvani avevano portato all’invenzione della pila chimica, quella che utilizzeremo come batterie per i più svariati scopi, che funzionerà trasformando l’energia chimica in elettrica, a differenza di quella voltaica, del 1799, a dischi, che sarà ideata riprendendo proprio gli studi di Galvani.