I sortilegi di una strega

In un vecchio articolo del Corriere (settembre 1965) si racconta di una visita alla casa di Melinda, strega teramana scomparsa tre anni prima a 93 anni. Sul posto l'inviato Dino Buzzati e Franco Manocchia, direttore della "Gazzetta di Pescara". Racconta Manocchia: "A 83 anni, quando l’ho conosciuta, i capelli erano tutti neri e lucidi come un corvo. Occhi a spillo, labbro inferiore sporgente, naso aquilino, sembrava la sorella di Dante Alighieri. Un’espressione bonaria e tranquilla. Tanto lei era pulita di persona, tanto era sudicia la sua casa. Zoppicava un poco, parlava soltanto in dialetto." Particolari le descrizioni dei suoi sortilegi. Per esempio quello che faceva diventare pazzi, o ciechi, o sordi: Melinda usava un faccione di donna scolpito in una radice d’olivo, con una criniera di capelli finti; e ficcava chiodi nella parte desiderata. Questo feticcio serviva anche per le fatture a trasferimento, che fanno passare una malattia da una persona all’altra. Per far soffrire d’amore invece Melinda chiedeva una fotografia dell’amato, un oggetto o indumento che fosse stato a contatto della sua pelle, un cuore di capretto e degli spilli. Il cuore lo metteva sopra la foto e poi lo trafiggeva con gli spilli. L’oggetto dell’amato doveva essere tenuto sotto il guanciale di lei. Le fatture a morte erano fatte di succo di radici bollite, infuso di lauro, sangue di porco lessato, sangue della donna che voleva uccidere o seme dell’uomo, svariate erbe e spezzatino di funghi velenosi; da versare, in dosi minime, per sette giorni, nel caffè della vittima. Melinda una volta ne ha consegnato un campione a Manocchia. Era un intruglio nerastro che, dalle analisi di un laboratorio, si è rivelato essere un ben poco magico veleno. (p.d.s.)