La perduta arte del corteggiamento

Chi non ricorda, da adolescenti, il tempo dei cuori infranti? Quando si ritornava a casa in lacrime per un amore non corrisposto e le sagge mamme ci accoglievano con quei meravigliosi, antichi ma sempre attuali (all’epoca) proverbi che avrebbero dovuto risolvere la faccenda e condurci verso una matematicamente felice vita amorosa? C’era il classico, mai dimenticato, «In amore vince chi fugge» e l’altro, più ficcante, «Se lo vuoi conquistare, devi farti desiderare».

Mai parole furono più superate dai tempi. Gli uomini, a quanto pare, non hanno proprio più voglia di conquistare alcunché. Sempre più ricercati, vezzeggiati, a volte addirittura braccati da una generazione di donne emancipate e decisamente più determinate di una volta, sembrano aver perso il piglio del cacciatore, preferendo diventare preda o, alla peggio, un prodotto da scaffale nel supermercato dei rapporti amorosi. Tirati per la cravatta, fatti oggetti di sguardi rapaci per nulla allusivi, gli uomini restano inerti a godersi lo spettacolo della contesa. E quando questa tattica non funziona e decide che rimanere nell’angolo ad aspettare “non paga”, lui comunque non sceglie, ma spara nel mucchio, nell’attesa che una, almeno una donna abbocchi all’amo. Compatibilità? Attrazione? Poco importa. Basta che si concluda e che si porti a casa in fretta il risultato.

Ormai gli uomini mettono impegno nel corteggiare una donna solo se sono certissimi di come andrà a finire. Due appuntamenti e via: se al terzo non si finisce sotto le lenzuola, il “cacciatore” sparisce borbottando, neppure troppo tra sé e sé, del prezioso tempo perso e delle occasioni tralasciate altrove. Con buona pace del piacere lento della conoscenza. E poi anche sul corteggiamento ci sarebbe da ridire. Pochi messaggini in chat, qualche frasetta recuperata con il copia incolla da altre conversazioni Whatsapp, poi la richiesta imperativa di un appuntamento. Spesso neppure questo: dopo le banalità, subito l’approccio sessuale, che di tempo da perdere non ce n’è. Le rose che una volta arrivavano in numero dispari accompagnate da un profumato biglietto, anonimo per stuzzicare il desiderio, ora sono quelle stilizzate e infantili degli emoticon, facili come un clic. Per i più convinti, poi, un paio di selfie, magari direttamente dalla camera da letto, e il repertorio è bello che finito.

Ma le signore che invece sognano ancora i piaceri dell’amor cortese? Per fortuna, non tutto è perduto.Qualche sporadico corteggiatore con il dono della raffinatezza in giro c’è (e spesso è vittorioso per manifesta incapacità degli altri contendenti). Sono sempre più rari, è vero, ma esistono ancora uomini capaci di attenzioni e garbo, in grado di apprezzare l’incommensurabile valore, in amore, della lentezza. L’amante paziente, pronto a godere pienamente del momento stesso della conoscenza. Perché, alla fine, la capacità di fantasticare su quel che sarà o che potrà essere, è già un piacere. E sono le schermaglie amorose a far nascere e crescere i desideri.