TURNO DI NOTTE

La terra di mezzo fra Natale e Capodanno

Siamo nella terra di mezzo fra Natale e la notte di San Silvestro. È un luogo, quello dei giorni che separano il Natale dalla fine dell’anno, in cui la malinconia per la grande festa ormai trascorsa si mescola all’attesa del più scontato e pur tuttavia temibile degli eventi: il passaggio da un ciclo di giorni all’altro. L’attesa di questo traguardo, infatti, reca con sé pensieri sul futuro che non vorremmo concepire.

Se il Natale ci piega verso la memoria di un’età più innocente, l’ultimo giorno dell’anno ci accompagna verso il territorio ignoto dell’avvenire. A spaventarci è l’idea dei bilanci ai quali l’inerzia del tempo vuoto delle festività ci sospinge. Nel Rosh haShana, il capodanno ebraico che cade fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, si racconta che Dio sieda su un trono davanti ai libri che raccolgono la storia dell'umanità ed esamini ogni singola persona per decidere se meriti il perdono. Nel nostro mondo secolarizzato questo esame è addirittura più spietato.

A redigere il verdetto infatti è qualcuno che supera in severità il Dio della Torah: noi stessi. Insicuri del posto che occupiamo nel mondo, temiamo il nostro giudizio più di quello dei nemici. Cerchiamo invano di scongiurare questa ordalia. Nella finta allegria che accompagna i botti e i cin-cin del nuovo anno c’è come l’eco di un disincanto, di un inevitabile fallimento.

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