Gabriele Gravina

PALLA AL CENTRO

La vera sfida è far ripartire i dilettanti

È ripartito anche il campionato ungherese dopo quello tedesco. Ricominciano quasi tutti in Europa. Presto tornerà in campo anche la serie A. E poi la B e, forse, la C. Un graduale ritorno alla normalità, non totale per svariati motivi. Inimmaginabile fino a poco più di un mese fa quando c’erano scetticismo e ostilità attorno al mondo del pallone. Che se riuscirà a salvare il salvabile dovrà ringraziare la lungimiranza e l’ostinazione del presidente federale Gabriele Gravina che non ha mollato sulla strada della ripartenza del calcio, quando tutti volevano decretare la fine della stagione. Giovedì è atteso il via libera; poi, bisognerà attenersi al protocollo che sarà simile a quello tedesco. Successivamente, arriverà il tempo della serie B; la C probabilmente giocherà play off e play out; sarà necessario pensare a una riforma dei campionati in modo da alleggerire il mondo professionistico. Una riforma da varare per la prossima stagione, perché non è corretto modificare le regole in corsa. Vanno programmate e finalizzate al cambiamento per mettere in salvo un mondo gravato da debiti e non più sostenibile. Ma la vera sfida da vincere nell’immediato sarà quella di rimettere in carreggiata il mondo dei dilettanti, laddove non ci sono i soldi e le possibilità del grande calcio, ma bisogna comunque tutelare la salute di atleti e tecnici, tenendo conto che occorre convivere con i rischi del virus. La speranza è che le restrizioni possano alleggerirsi di pari passo con gli effetti del Covid-19 fino a scomparire, perché altrimenti sarà un’impresa rivedere all’opera il calcio e lo sport di base. In primis i settori giovanili e poi i campionati minori. Serviranno soldi e grande forza di volontà. Magari una legge che alleggerisca le responsabilità penali e civili. Facile immaginare che la ripartenza della nuova stagione sia posticipata per dare modo alle società di attrezzarsi. Il discorso riguarda il calcio, ma anche gli altri sport di squadra. Il basket vuole riprendere l’attività, ma i club hanno chiesto di non giocare a porte chiuse. Come fare con gli assembramenti che si creeranno nei palazzetti? Bisogna inventarsi qualcosa, ma soprattutto credere di poter tornare gradualmente alla normalità. @roccocoletti1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA