TURNO DI NOTTE

Nadia Toffa e il rimpianto un anno dopo

«Nadia mi manca molto, anche se la sento comunque sempre vicina a me». Lo dice Margherita Rebuffoni, la madre di Nadia Toffa, la giornalista delle Iene di cui ieri ricorreva il primo anniversario della morte. Per ricordare Nadia Toffa, scomparsa ad appena 40 anni, Italia1 ha trasmesso, ieri sera, un numero speciale del programma Le Iene con il meglio dei suoi servizi televisivi. «Nadia», ha detto ancora la madre, «era aggrappata alla vita e mi ha insegnato ad amare ed accettare tutto quello che ci succede».

Un anno non basta per attenuare il dolore per la morte di una persona amata. E Nadia Toffa è una di quelle persone che il pubblico ama quasi d’istinto, quasi senza ragione. Lo spirito vitale in alcuni di noi, come Nadia Toffa, è più forte che in altri: una fame di vivere che stupisce e suscita perfino invidia. È come se queste vite non contemplassero la morte se non come un’ipotesi lontana, incapace di gettare un’ombra sulla luce di un perpetuo presente. Quando, nel 1960, cadendo da un palco nell’Arena di Verona, morì Mario Riva, Ennio Flaiano scrisse che la scomparsa del presentatore del Musichiere ci costringeva a interrogarci sull’immortalità dell’anima più della morte di un grande scrittore come Thomas Mann. La morte di Nadia Toffa provoca la stessa riflessione, 60 anni dopo. E lo stesso rimpianto.

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