Nin ruje e nin muje: sabato 24 gennaio la presentazione del Dizionario Etimologico Angolano

Duccio_maesta_detail4Don Farinacci, un sacerdote vissuto a Città Sant'Angelo, fino a verso i primi degli anni '50, si stava occupando della preparazione alla Prima Comunione di un piccolo gruppo di ragazzi provenienti dalle campagne circostanti. Doveva spiegare il concetto del comportamento di Ponzio Pilato durante il processo a Gesù e questo lui lo aveva ben chiaro nella sua mente, mediante una frase ripresa dal Diritto Romano, ovvero :"Qui tacet consentire videtur etiam si potuisset ac debuisset loqui". Egli si rese immediatamente conto che sarebbe stato inutile, propinare questa frase ai ragazzi, anche nella sua forma più superficiale che recita: "Chi tace, acconsente". Gli sovvenne quindi che nel dialetto angolano esistevano due termini che forse avrebbero espresso con più chiarezza il concetto che voleva insegnare: "Ruje (ruggisce) e muje (muggisce)"da cui il modo di dire:"Nin ruje e nin muje (non ruggisce e non muggisce, e quindi tace)". Chi è che ruggisce? Il leone, il re della foresta, colui che sa e può mettere una parola definitiva su qualsiasi argomento, e Ponzio Pilato era un Re! Chi è che muggisce? Il bue, l'animale simbolo della remissività, anche se inconsapevolmente dotato di una forza smisurata, e Ponzio Pilato in quell'occasione, col suo silenzio, non esercitò il suo immenso potere e lasciò che altri decidessero per lui. La conclusione, di rara efficacia ed inusitata eleganza espressiva, fu la seguente : "Cullù (Ponzio Pilato) nin rujò (non ruggì) e nin mujò (e non muggì) e pi ccolpa sò Jesù Criscte si Murò"!

Questo è solo uno dei tanti aneddoti contenuti nel Dea, Dizionario Etimologico Angolano, che sarà possibile scoprire sabato 24 gennaio alle 18 nel Teatro Comunale di Città Sant'Angelo. L'opera a cura di Marcello Castagna è edita da Ianieri edizioni, ed è destinata a rappresentare una pietra miliare nella conservazione del patrimonio culturale della comunità angolana.