Perché andiamo con ordine?

5 Agosto 2014

«Ma andiamo con ordine» era una delle frasi ricorrenti negli articoli di Paolo Antonilli, il cronista del Centro a cui è dedicato questo blog. La utilizzava spesso perché scriveva i suoi pezzi di getto e non di rado le prime righe erano un caotico susseguirsi di fatti e dichiarazioni: così la seconda parte dell'articolo serviva spesso a "mettere in ordine" quanto raccontava. Paolo scriveva in fretta non perché fosse costretto dalla mole incredibile di pezzi che gli venivano chiesti (ogni giorno riempiva quasi da solo una pagina e mezza del quotidiano): il motivo è che la giornata mette a disposizione di un vero cronista troppe notizie. I giornali generalmente raccontano la vita di pochi: potenti, astronauti, campioni di formula 1. Paolo scriveva di noi, di tutto il resto, di quello che succede veramente. Per questo aveva un bacino inesauribile a cui attingere: non gli serviva un evento straordinario, l'insolito, l'anormale, per costruire una notizia. Poteva piazzare, in apertura di pagina, bambini delle elementari che disegnano la loro pineta: e poteva farlo per settimane consecutive. I lettori capivano che stava parlando di loro, di ciò che dovrebbe interessarli veramente, e lo seguivano sempre. La sua capacità di trovare notizie dentro qualsiasi situazione, anche la più banale, gli dava la possibilità di scegliere: non aveva bisogno di trasformare ogni giorno la realtà in scandali, polemiche o retroscena che quasi sempre esistono solo sulla carta dei giornali. Questo blog prova a seguire il suo esempio: al centro non ci saranno gli eventi roboanti che solitamente dimentichiamo non appena finisce la sigla del tg, ma riflessioni sul futuro delle comunità che vivono nell'hinterland della provincia di Pescara. Un territorio al quale Paolo sentiva non solo di appartenere, ma di cui si sentiva anche responsabile, come un padre adottivo del proprio figlio.