A Pollutri i Grandi Concerti dopo la lite di Casalbordino

CASALBORDINO. Si sposta nel vicino comune di Pollutri uno degli eventi più attesi dell’estate casalese: i Grandi Concerti. Protagonista per diciotto anni di fila del cartellone estivo, la...

CASALBORDINO. Si sposta nel vicino comune di Pollutri uno degli eventi più attesi dell’estate casalese: i Grandi Concerti.

Protagonista per diciotto anni di fila del cartellone estivo, la manifestazione musicale che richiamava gli appassionati della lirica, quest’anno si svolgerà nella cornice naturale della riserva del bosco di Don Venanzio.

Immancabili le critiche all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Casalbordino, guidata dal sindaco Remo Bello (centrosinistra) accusata di anteporre le polemiche politiche all’interesse della comunità che viene così privata di uno degli eventi più attesi dell’estate.

«La giunta comunale priva il paese di una importante manifestazione lirica», attacca Carla Zinni, esponente locale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, «per 18 anni Casalbordino, nella prima decade di agosto, è stata protagonista di uno degli eventi più importanti della musica lirica. Ogni anno, infatti, venivano organizzati, dall’associazione culturale La Famiglia Casalese, i Grandi Concerti. Quest’anno, però, Casalbordino rinuncia. Il sindaco Remo Bello, insieme alla sua giunta», continua l’esponente di Fratelli d’Italia, «ha deciso che questa manifestazione non deve svolgersi, negando non solo il patrocinio, ma anche la richiesta di suolo pubblico dietro pagamento del tributo. Una decisione di cui non comprendiamo le ragioni e che sembrerebbe dettata da motivi ricollegabili allo strappo politico tra lo stesso sindaco Bello e il presidente dell’associazione La Famiglia Casalese, Giuliano Di Rito. È un evento, quello dei Grandi Concerti, che accendeva i riflettori sul nostro paese e che ospitava personaggi di caratura internazionale, quali Cecilia Gasdia e Katia Ricciarelli. Questa manifestazione», prosegue la dirigente del partito di Giorgia Meloni, «rappresentava un motivo di orgoglio per tutti i casalesi nonché un’attrattiva per tanti turisti appassionati di musica lirica. Tutto ciò a scapito del paese e della comunità», conclude la Zinni. (a.b.)

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