Acqua, il ritorno alla normalità solo un mese dopo la prima neve

1 Agosto 2024

Il presidente della Sasi, Basterebbe, non dà false speranze ai sindaci nel vertice al teatro di Fossacesia «L’assenza di precipitazioni prosciuga le sorgenti e per come siamo messi la situazione peggiorerà»

LANCIANO. «Fino al mese successivo alla prima nevicata saremo in affanno perché la sorgente del Verde si ricarica solo con la neve»: non dà false speranze il presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe, ai sindaci presenti nell'incontro sollecitato dal primo cittadino di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, che si è tenuto proprio nella sala del teatro della città, per discutere della crisi idrica che si sta vivendo, con chiusure continue del servizio, e delle azioni che la Sasi sta facendo per fronteggiarla. Presenti una ventina dei 40 sindaci serviti dalla sorgente maggiore della Sasi che vive il suo anno più nero tanto che alla fine dell'incontro, sindaci e società, hanno deciso di stilare un documento da inviare a Regione e Governo rappresentando la situazione di grave emergenza e chiedere aiuti.
LA NEVEChiusure continue che fino a lunedì 5 agosto interesseranno ben 53 Comuni degli 87 serviti dalla Sasi non si potranno arrestare e non si fermeranno, neanche a breve. A comunicarlo ai sindaci è Basterebbe che afferma: «Se non ci saranno nevicate la situazione continuerà a peggiorare. È un fatto. Non voglio scaricare le responsabilità sugli effetti climatici, ma la siccità prolungata e soprattutto l’assenza di precipitazioni nevose stanno prosciugando le sorgenti. Quella Del Verde può contare solo sulla neve per ricaricarsi e non c’è stata. Il mese successivo a quando arriverà, inizieremo a respirare». «È la più grande crisi idrica dal Dopoguerra», commenta il sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani, riportando ai cittadini l’esito dell’incontro. «La sorgente del Verde è scesa a un livello mai visto prima. La situazione potrebbe solo peggiorare, unitamente alla grave situazione in cui versa la rete idrica». E sono proprio le condizioni della rete idrica a far infuriare i cittadini: dai dati Istat la provincia di Chieti è la 2ª in Italia per dispersione idrica: il 70% di acqua immessa si perde nelle reti colabrodo e qui non c'entra la siccità.
I LAVORI«Il 47% delle nostre tubature sono di 50 anni fa, il 22% di 80 anni fa», risponde Basterebbe, «noi ci siamo attivati per cambiare la situazione. Ricerca perdite e sostituzione dei tubi il progetto migliore che si aggiunge ai grandi progetti Pnrr della nuova condotta da Fara a Scerni (28 milioni), la realizzazione del potabilizzatore e l'interconnessione delle reti (16 milioni). «Siamo in graduatoria per ottenere altri 12,5 milioni per completare il progetto di ricerca perdite su tutta la rete e 80 milioni per la sostituzione delle reti», annuncia il presidente.
GLI SQUILIBRI
Al momento bisogna contenere i disagi «e non è facile perché avere meno acqua significa avere meno pressione e di conseguenza ci sono comuni, come alcuni vestesi, dove l’acqua non riesce ad arrivare», riprende Basterebbe. «Per colmare questa crisi siamo costretti quindi a chiudere l'acqua a quasi tutti gli altri centri come Lanciano, e dobbiamo fare attenzione per non creare un disequilibrio nei serbatoi. Inoltre per evitare di danneggiare la stagione turistica, altro problema sollevato dai sindaci, stiamo cercando di evitare il più possibile le chiusure nelle città di mare ma non sappiamo fino a quando possiamo resistere perché la situazione si fa sempre più seria». Tanto che i sindaci, che hanno preteso dalla Sasi «tempestività e chiarezza nella comunicazione su rotture e interruzioni del servizio», sono pronti tutti a firmare l’ordinanza che vieta l’uso non corretto dell’acqua potabile e a stilare un documento da inviare a Regione e Governo sulla grave emergenza.