Alto Vastese, sos ambiente: "In progetto altre torri eoliche"

Il comitato Dinamismi: "Progetti in corsa anche per il Medio Sangro". Chiesto alla Regione maggiore rigore nelle autorizzazioni. Nel comprensorio sono in funzione 200 aerogeneratori

VASTO. «La Regione Abruzzo esamini con rigore gli studi di impatto ambientale che corredano i progetti». I progetti in questione sono quelli degli impianti eolici. Perché, secondo il comitato Dinamismi, oltre ai 200 aerogeneratori presenti da Schiavi d'Abruzzo a Monteferrante, ce ne sono in corso di autorizzazione altri per San Giovanni Lipioni, Celenza, Torrebruna, Castelguidone, Carpineto, Guilmi, Liscia, Atessa, Civitaluparella e Montelapiano.

Insomma, i crinali delle alture d'Abruzzo stanno diventando terra di affari e conquista per le multinazionali dell'eolico. Ovviamente ai progetti sono interessati i Comuni che dal rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli impianti ottengono fondi da destinare alle svariate attività amministrative che fanno gola in un periodo di tagli ai trasferimenti dei finanziamenti statali.
Ma gli impianti stanno diventando troppi: ne sta venendo fuori una sorta di proliferazione indiscriminata in zone di elevato pregio naturalistico e ambientale.

«Gli impianti eolici industriali non sono compatibili con le bellezze dei nostri monti», spiega Dinamismi in una nota, «in quanto per la loro costruzione bisogna realizzare strade, aree di manovra e di stoccaggio di grandi dimensioni nei boschi e sui crinali. Per realizzare la fondazione a sostegno di un aerogeneratore ci vogliono circa 800 metri cubi di calcestruzzo, per la realizzazione di un parco eolico di 12 macchine sono necessari circa 10mila metri cubi di calcestruzzo. A ciò va aggiunto l'impatto acustico, quello visivo e la nocività per la fauna selvatica».

Gli impianti eolici nel Chietino oggi sono presenti nei comuni di Schiavi d'Abruzzo, Castiglione Messer Marino, Roio del Sangro, Monteferrante, Montazzoli, Roccaspinalveti e Fraine: in tutto si tratta di 200 torri tutte all'interno di aree importanti per gli uccelli (Iba) della Maiella e che lambiscono i siti di interesse comunitario (Sic) Abeti soprani, monte Campo, monte Castelbarone, sorgenti del Verde, Abetina di Rosello, cascate del Verde, abetina di Castiglione Messer Marino, monti Frentani e fiume Treste.

«Nell'area», rivela il comitato Dinamismi, «sono in fase di autorizzazione altri impianti eolici nei comuni di San Giovanni Lipioni, Celenza sul Trigno, Torrebruna, Castelguidone, Carpineto Sinello, Giuilmi, Liscia, Atessa, Civitaluparella e Montelapiano. L'impatto ambientale in un'ottica olistica è sicuramente inaccettabile sia per gli effetti sull'avifauna protetta, sia per gli aspetti visivi, acustici e ambientali. Non è accettabile che i territori debbano pagare dei prezzi così alti anche per quanto riguarda la qualità della vita dei residenti».

Per il comitato Dinamismi, in alternativa agli impianti eolici bisogna incentivare i piccoli impianti per la produzione di energia: si pensi a quanti milioni di metri quadri di tetti di capannoni industriali, di edifici pubblici e abitazioni civili potrebbero essere sfruttati per l'installazione di impianti fotovoltaici con un impatto ambientale nullo. «L'incentivazione di piccoli impianti», conclude il comitato, «crea molta più occupazione e produce una distribuzione di incentivi statali ed europei ai cittadini e alle medie e piccole imprese e soprattutto preserva le bellezze naturali dall'attacco speculativo dei grandi capitali, spesso di dubbia origine».

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