Annessione all’Abruzzo «Ecco le prime tappe» 

Termoli. Parla il presidente del Comitato San Timoteo promotore del referendum «Raccolta di firme sulla costa per chiedere ai consigli comunali di proporre il voto»

TERMOLI. Dura presa di posizione dei Comuni della costa e del basso Molise: Petacciato, Montenero di Bisaccia, Termoli e Campomarino, alla luce dei tagli che stanno interessando l’ospedale di Termoli. Il Comitato San Timoteo chiede un referendum per annettersi all’Abruzzo «ai sensi dell’articolo 132, comma 2 della Costituzione». La proposta, lanciata già nel corso dell’assemblea pubblica sulla sanità dello scorso 26 gennaio, va dunque avanti.
«Il crescere delle criticità, il ruolo che Termoli e il basso Molise da troppi anni non riveste più, gli insufficienti investimenti in settori importanti per garantire servizi essenziali ai cittadini, come la sanità, ci spinge a proporre questa iniziativa», spiega Nicola Felice, presidente del Comitato San Timoteo.
Il primo passo sarà la costituzione di un nuovo comitato civico, composto da cittadini, rappresentanti di categorie, ordini professionali residenti nei Comuni interessati al progetto e di conseguenza organizzare incontri e dibattiti per diffondere e far conoscere l’iniziativa ai cittadini. «In secondo luogo inizierà la raccolta delle firme dei cittadini per chiedere ai rispettivi consigli comunali di residenza di deliberare la richiesta del referendum popolare per il distacco dal Molise», continua Felice. «Accertata la legittimità della richiesta, il referendum è indetto con decreto del presidente della Repubblica, su deliberazione del consiglio dei ministri. Col referendum i cittadini sono pienamente coinvolti e partecipi».
La proposta non chiede l’unificazione di Abruzzo e Molise, separati nel 1963 segnando l’inizio dell’autonomia molisana. «La nostra è una soluzione fattibile», dice Felice, «alternativa alla difficile unificazione di più regioni che richiede invece una legge Costituzionale, ben difficile da realizzare. Sicuramente l’attuale classe dirigente e politica giudicherà questa idea eccessiva, inutile e dannosa, probabilmente hanno l’unico timore di perdere i privilegi personali acquisiti nel corso degli anni, a discapito del supremo interesse generale».
Felice, infatti, sottolinea che l’articolo 117 al comma 8, così come riformato nel 2001, prevede intese tra Regioni per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, individuando anche organi comuni. «È possibile costituire la Federazione di Regioni, che rimarrebbero autonome, decidendo di fare insieme la programmazione di alcuni settori e servizi importanti tra cui la sanità, i trasporti, le infrastrutture, il turismo ed altro ancora», conclude il presidente del Comitato.
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