Asse attrezzato, il pedaggio è legge

Legnini: il provvedimento scatterà dal 1º maggio. La Regione liquidi l'Asi

PESCARA. «Il pedaggio sull'Asse attrezzato Chieti-Pescara non è un rischio incombente, ma già legge dello Stato. Il pagamento scatterà dal primo maggio prossimo, a meno che nel frattempo non intervenga una assai improbabile modifica nell'impianto della Finanziaria».

Il senatore del Pd, Giovanni Legnini, interviene per chiarire un aspetto controverso nella gestione della principale strada di collegamento tra Chieti e Pescara, di cui si parla molto in questi giorni anche in relazione alla gravosissima condizione deficitaria del Consorzio industriale Val Pescara, ente di cui Legnini è stato commissario per tre anni, dal 1997 al Duemila.

Il senatore spazza via come affermazioni bislacche i tentativi di voler ricondurre al Consorzio la proprietà della strada a scorrimento veloce realizzata negli anni Settanta. Idea confermata dall'attuale commissario Asi, Carlo Tereo de Landerset, che ha ribadito ieri l'ipotesi di utilizzare parte dei pedaggi per ripianare i debiti dell'ente. Proposta che de Landerset riassume così: «Il consorzio ha costruito l'Asse attrezzato, poi lo ha passato in gestione provvisoria all'Anas nel 1983 perché l'ente si trovava nella impossibilità di garantirne la manutenzione. I debiti dell'Asi nascono lì, dalla cattiva gestione degli espropri che ha alimentato un contenzioso decennale con alcuni proprietari dei terreni. Cittadini che attendono da 36 anni di riscuotere crediti legittimi per la cessione dei terreni. Ora noi diciamo: se il consorzio si è indebitato per realizzare l'Asse attrezzato, perché non trovare il modo di utilizzare una quota dei pedaggi per ripianare il debito?».

C'è un problema. La proposta, formulata in una lettera inviata da de Landerset alla Regione nel giugno scorso, non ha finora avuto alcun riscontro.

Ma a quanto ammonta il debito dell'Asi? Il conto ufficiale, riportato nella tabella sopra il titolo, si ferma a circa 27 milioni di euro. Eppure, questa somma non tiene conto degli interessi legali e della rivalutazione monetaria sui costi degli espropri. Costi che, nel corso dei decenni, si sono moltiplicati e continuano a crescere, giorno dopo giorno, fino a quando non sarà definita una volta per tutte la sorte delle aree di sviluppo industriali abruzzesi. Lo stesso governatore Chiodi, in sede di discussione sulla riforma dei consorzi, ha parlato di una stima di 40 milioni di euro in capo all'Asi Val Pescara, che è il più grande dei consorzi d'Abruzzo, certamente il più indebitato.

«La questione più incredibile», osserva Legnini, «è che il centrodestra da una parte nega l'imposizione dei pedaggi sull'Asse attrezzato, pur essendo diventati legge, al tempo stesso ritiene di poter utilizzare quei pedaggi, che non dovrebbero esistere, per ripianare i debiti del consorzio industriale».

Cosa c'è che non torna? «Non torna nulla. Il consorzio Asi costruì l'Asse attrezzato con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno. In pratica, lo Stato finanziò l'opera individuando nell'Asi l'ente concessionario. In nessun caso si può dire che l'Asi sia proprietario della strada, perché è evidente la natura demaniale e inalienabile. Per questo dico che trattasi di proposta insensata, giuridicamente insostenibile, fuori da ogni cognizione amministrativa e legislativa».

Per Legnini, è da escludere anche il rischio che i soci dell'Asi (Comuni, Province e altri soggetti) possano essere chiamati a risarcire i debiti. «Perché i soci, prima fra tutti la Regione, rispondono solo della quota di partecipazione».

Allora qual è il punto? «La questione vera è che il consorzio è un baraccone da chiudere, da mettere subito in liquidazione per bloccare i debiti. Baraccone inutile e costoso, perché costituisce l'unico ostacolo agli insediamenti industriali, con le imprese tartassate da un contributo (sorta di onere di urbanizzazione) senza ricevere in cambio servizi, con strade e fogne malgestite. Non c'è un solo argomento a favore della sopravvivenza di questo ente. Come si fa a liquidarlo? Con una legge regionale».

Ma questa legge non c'è. «Esiste invece», incalza Legnini, «la legge sul pedaggio autostradale, che scatterà dal 1º maggio. Questo è il vero problema. Di fronte al quale sarebbe necessaria una mobilitazione fortissima di tutti gli abruzzesi. Ma, in Parlamento, a fronte di una mia proposta che mirava a evitare il pedaggio sull'Asse attrezzato, i senatori abruzzesi del Pdl hanno votato contro».

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