Assunzioni in Provincia, scoppia la bufera

L'opposizione: «Sistemati solo i precari del presidente e dei componenti della giunta»

CHETI. L'assunzione in Provincia di 17 interinali e la conferma di altri 38 riaccende il dibattito politico. «La preoccupazione del presidente Di Giuseppantonio e quella dei componenti la giunta», dicono le minoranze, «è di riavere presto personale necessario per i propri staff di segreteria, autisti e portaborse, non certo di garantire al territorio il personale necessario per esercitare quelle attività ordinarie come lo sfalcio delle erbe infestanti lungo le strade provinciali».

«E' stucchevole avere a che fare con la demagogia di chi ha affondato questo ente», replica Enrico Di Giuseppantonio, «abbiamo dovuto sopperire alla carenza di alcuni settori, come avvocatura, presidenza, finanze, servizio sismico, concessioni ed espropri e urbanistica, perché altrimenti sarebbero maturati disservizi del e per l'ente. Sul personale stradale abbiamo avviato un'organizzazione in squadre, che sta dando buoni risultati e stiamo studiando come renderla più efficiente».

La minoranza in Provincia non ci sta e passa al contrattacco. «Aver dato precedenza al personale interno piuttosto che a quello dedito alle attività esterne, la dice lunga sulla natura di un'amministrazione più tesa all'apparire che all'agire», dice Camillo d'Amico del Partito democratico. «Nel frattempo la percezione della Provincia tra i cittadini è in calo verticale».

Il presidente della Provincia ha da pochi giorni comunicato ai capigruppo consiliari che è stata ottenuta l'autorizzazione dal ministero degli Interni all'assunzione del solo personale interinale, ossigeno per l'ente, blindato più che mai nella spesa dal pre-dissesto finanziario. «Questo stato economico rende sì necessario chiedere l'autorizzazione per l'utilizzo di personale interinale», aggiunge Nicola Tinari capogruppo di Rifondazione Comunista, «ma averlo fatto solo per soddisfare le esigenze interne del presidente e degli assessori non è affatto torrelabile, perché si abbandona il territorio al proprio destino, non si dà una risposta chiara ai tanti lavoratori che negli anni hanno prestato con professionalità la loro opera presso l'ente e il futuro risulta più incerto che mai, sia per loro che per le loro famiglie».

Giovanni Mariotti del Sel sottolinea un altro aspetto della vicenda: «La cosa strana e assurda è aver appreso che la richiesta di ausilio per il personale interinale è stata avanzata solo per quello interno, mentre ancora non avviene per chi deve lavorare nel territorio. Basta farsi un giro e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti». «Si mortificano così professionalità indiscutibili», conclude Eliana Menna capogruppo dell'Idv, «che darebbero garanzia e affidabilità all'ente, perché conoscono bene il loro lavoro e il territorio».

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