Atessa, primi pazienti affetti da Covid-19 

Attesi al San Camillo tra oggi e domani, scelti gli operatori sanitari. Si libera così il Policlinico di Chieti che rischia il collasso

ATESSA. Sono attesi per oggi o domani nell’ospedale San Camillo i primi pazienti affetti da Covid-19. Gli operatori sanitari sono stati scelti, la struttura messa a nuovo. Ad Atessa arriveranno i cosiddetti “paucisintomatici”, cioè quelli non intubati liberando così, almeno di questi casi, il policlinico di Chieti che rischia il collasso.
Ma ad Atessa continuano le diatribe. «Ogni giorno ha la sua polemica, e un continuo rilanciare, spostando più in alto l’asticella delle richieste. Lavorare in un clima così conflittuale ad Atessa è veramente difficile», afferma il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, che interviene nel dibattito scatenato dal trasferimento temporaneo delle attività distrettuali e della guardia medica nel presidio territoriale di assistenza di Casoli, conseguente alla scelta di riservare l’intero ospedale all’assistenza dei pazienti Covid-19. «Ho preferito spendere soldi per una Tac 64 strati», mette in chiaro Schael, «anziché buttarli sulla ristrutturazione lunga e costosa per adeguare i locali che il Comune metteva a disposizione per ospitare il distretto. Il territorio di Atessa non ha mai avuto un’apparecchiatura diagnostica come quella che sarà installata tra qualche giorno, con immagini ad alta risoluzione e bassa dose di radiazioni, che consente lo studio approfondito su numerosi distretti corporei, nonché sui traumi. È stata compiuta una scelta nella volontà di rendere alla comunità del Sangro un servizio utile e duraturo. Non era sostenibile spendere 180 mila euro per adeguare i locali dell’ex Codemm, dove si rendevano necessari la ridistribuzione degli ambienti e interventi di manutenzione straordinaria con opere di risanamento igienico sanitario, secondo la valutazione dei nostri tecnici».
Altri punti a svantaggio per l’ex Codemm sono stati l’assenza di parcheggio, una superficie pari alla metà di quella occupata dalle attività distrettuali, i tempi più che lunghi in tempi di emergenze (circa 4 mesi) per fare i lavori. «Avevo cercato», prosegue Schael, «una possibile alternativa non onerosa per noi e chiesto al sindaco Giulio Borrelli di concederci l’uso della sala polifunzionale di Monte Marcone, dotata di parcheggio e in condizioni strutturali tali da non richiedere interventi di straordinaria portata, ma non ci è stata concessa. Questo è il racconto fedele di come si svolti i fatti e di cosa ha determinato la scelta di portare a Casoli le attività del distretto sanitario per il tempo limitato al perdurare dell’emergenza Covid-19. Non è utile ad Atessa in questo momento, alimentare un contrasto che non giova e non risolve problemi. Questa direzione generale lavora con onestà e impegno per il bene di tutti e mai per limitare il diritto alla tutela della salute dei cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA