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Auto, pc e telelaser abbandonati nella sede chiusa

ORSOGNA. Mezzi e attrezzature immobilizzati nella sede del comando chiusa lo scorso dicembre, quando venne deciso e attuato il tuttora controverso scioglimento dell'Unione dei Comuni della Marrucina....

ORSOGNA. Mezzi e attrezzature immobilizzati nella sede del comando chiusa lo scorso dicembre, quando venne deciso e attuato il tuttora controverso scioglimento dell'Unione dei Comuni della Marrucina. Sono i beni della Polizia locale costituita nel 2003 e attiva fino a sei mesi fa. Circa 80mila euro tra veicoli, computer e altre apparecchiature elettroniche acquistate con il denaro della collettività e oggi a rischio di degrado per prolungata inattività, un problema che coinvolge soprattutto le parti meccaniche e gli pneumatici dell'autoparco della Polizia locale affidata per l'intero arco della sua esistenza ai comandi del capitano Lorenzo Di Pompo. Si tratta di una Fiat Stilo 5 porte, un furgone Scudo allestito a ufficio mobile, una Punto Evo e una Panda ultimo modello. Tra le attrezzature spiccano l'intero corredo di mobilio del comando, sei stazioni d'ufficio computerizzate, autovelox, telelaser, etilometro e apparecchiatura elettronica per la verifica dell'autenticità di documenti come patenti, carte di circolazione e contrassegni assicurativi. Beni rimasti al chiuso della sede del comando della Polizia locale a Arielli. Ma che col passare dei mesi stanno rapidamente perdendo valore configurando uno spreco che gli amministratori di Arielli, Canosa Sannita, Filetto e Poggiofiorito (Orsogna, il centro più popoloso della Ex Unione, non si è mai pronunciato) non avevano forse previsto mentre votavano per lo scioglimento nell'utima seduta della giunta tenuta a dicembre. A spiegare gli apparenti paradossi della chiusura della prima unione intercomunale abruzzese è Nicolino D'Alessandro, ex sindaco di Filetto e per un quinquennio fino al 2009 vice presidente dell'Unione e assessore alla Polizia locale.

«Hanno annientato», attacca, «un ente del tipo di quelli che le leggi statali oggi stanno praticamente obbligatori tra i piccoli Comuni, che dovranno per forza associarsi per reggere i costi della macchina amministrativa». D'Alessandro appunta poi la sua attenzione sui beni immobilizzati della Polizia locale. «C'è un aspetto grottesco», spiega, «consistente nel fatto che mezzi e attrezzature sono già stati pagati, ma ora dovranno essere pagati una seconda volta visto che i Comuni si sono accordati per la spartizione a titolo oneroso quando i bilanci potranno consentirlo. E poco cambia se l'inutilizzo prolungato avrà fatto scendere di molto il valore rispetto al prezzo d'acquisto, perché la collettività pagherà per ben due volte comunque».(f.b.)

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