Bimba si ammala dopo il bagno nel mare di Francavilla: Aca a processo

Mare sporco, bambina di 3 anni contagiata da una grave infezione batterica a Francavilla: Di Giovanni e Livello imputati di lesioni

CHIETI. Una vacanza da incubo per i genitori trascorsa a vegliare la figlia di tre anni contagiata, dopo aver fatto il bagno nel mare di Francavilla, da una grave infezione batterica alle vie urinarie. Dieci giorni di angoscia con febbre altissima e un malessere diffuso per la piccola contagiata da Escherichia coli. Una malattia superata in modo completo solo dopo una massiccia terapia antibiotica somministrata a più riprese per oltre un mese. Ora, a seguito della denuncia presentata dai genitori della bimba, difesi dall’avvocato Goffredo Tatozzi, il pm Giuseppe Falasca ha firmato il decreto diretto di citazione a giudizio nei confronti di Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dell’Aca e Lorenzo Livello direttore tecnico e vice direttore dello stesso ente gestore del depuratore di Fosso Pretaro.

Entrambi avrebbero omesso le dovute comunicazione all’amministrazione comunale e alle autorità sanitarie preposte relativamente al malfunzionamento dell’impianto di depurazione e di non aver messo in atto tempestivamente ogni attività volta a prevenire lo sversamento di reflui fognari in mare. Entrambi dovranno rispondere del reato di lesioni. Soddisfazione per la decisione del pm è stata espressa dai genitori della piccola e dal loro difensore anche perché sono i primi rinvii a giudizio che scattano dopo anni di denunce sull’inquinamento del tratto di mare teatino.

I fatti contestati a Di Giovanni e Livello risalgono al 9 agosto del 2015 quando la bimba, dopo aver fatto il bagno di fronte allo stabilimento “Bagni di Nettuno” ha accusato un forte malessere con l’insorgenza di febbre molto alta che in alcuni momenti ha toccato punte di 40 gradi, vomito, forti dolori addominali e bruciori durante la minzione. Nella denuncia presentata in procura i genitori raccontano di aver effettuato immediatamente le analisi delle urine della piccola dalle quali è emersa l’infezione batterica con una carica molto elevata.

Per i genitori, che hanno un appartamento a Francavilla, abitato solo in estate perché residenti a Roma, sono stati giorni angoscianti. La pediatra ha prescritto subito una terapia antibiotica, ma la febbre è iniziata a calare solo dopo 4 giorni. Mentre ce ne sono voluti10 giorni per vederla sparire del tutto. Dagli esami delle urine alle quali la bambina è stata nuovamente sottoposta per un controllo generale sono emersi però valori ancora fortemente alterati.

L’analisi del sangue evidenziò la presenza di una infezione ancora aggressiva contro la quale venne prescritto un altro ciclo di antibiotici. E poi ancora altre analisi e persino una ecografia renale che fortunatamente ebbero esito negativo confermando così la guarigione dal batterio. Una odissea durata più di un mese scatenata da un semplice bagno al mare.

«Non era ragionevolmente prevedibile che la immissione in mare di un enorme quantitativo di liquami provenienti da Fosso Pretaro potesse inquinare anche altre zone di Francavilla con conseguente necessità di richiedere ed effettuare analisi più dettagliate? È tollerabile che Comune e enti preposti che hanno omesso di effettuare i dovuti controlli previsti dalla legge restino impuniti?» si chiedono i genitori della bimba. Domande alle quali Di Giovanni e Livello dovranno dare una risposta davanti al giudice di pace il primo dicembre del 2016.

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