Ortona

Bombe, mine e fucili in taverna: arrestato con le armi da guerra

18 Luglio 2025

Blitz dei carabinieri: un 49enne di Ortona  aveva allestito in casa una sorta di museo del Secondo conflitto mondiale

​​​​ORTONA. In taverna, tra vetrine e cimeli, aveva allestito una sorta di museo della Seconda guerra mondiale con bombe e mine, fucili e baionette, proiettili e lanciarazzi. Un arsenale messo su nel corso degli anni, cercando con il metal detector esplosivi e armi, risalenti al conflitto bellico, nei luoghi in cui si fronteggiarono le truppe alleate della prima divisione canadese e i tedeschi del terzo reggimento paracadutisti, tra il 20 e il 28 dicembre 1943. Un collezionista di Ortona di 49 anni è stato arrestato due giorni fa dai carabinieri con le accuse di «detenzione di armamento e munizionamento da guerra» e «coltivazione di sostanze stupefacenti». Sempre in casa, infatti, aveva realizzato una serra rudimentale per produrre marijuana.

OGGI L’INTERROGATORIO

Sarà probabilmente una perizia a stabilire l’effettiva capacità offensiva dell’enorme materiale sequestrato. Ma, da una prima valutazione degli artificieri, è emerso che quegli ordigni non sono stati adeguatamente «inertizzati» e, soprattutto, contengono ancora esplosivo (o residui di esso). L’indagato, difeso dall’avvocato Italo Colaneri, stamattina comparirà davanti al giudice del tribunale di Chieti, Maurizio Sacco, per l’udienza di convalida.

LA SEGNALAZIONE

Tutto comincia mercoledì mattina, quando i carabinieri della compagnia di Ortona, diretti dal maggiore Alfonso Venturi, vengono a conoscenza, attraverso una fonte confidenziale, che il quarantanovenne custodisce nella sua abitazione armi da guerra. Il blitz scatta immediatamente e i sospetti si dimostrano fondati. Così come è evidente, fin da subito, che quell’arsenale non è il “tesoro” di un appartenente alla criminalità organizzata, né quello di qualcuno intenzionato a colpire per chissà quale ragione. Si tratta invece di uno spazio espositivo, realizzato senza alcuna autorizzazione, da una collezionista appassionato di storia, forse non pienamente consapevole del rischio che ha fatto correre sia alla sua famiglia che a quelle che vivono nelle abitazioni circostanti.

IL MAXI SEQUESTRO

In un contesto del genere, i militari dell’Arma richiedono l’intervento degli artificieri. Sul posto arrivano gli specialisti della questura di Pescara. In taverna sono custoditi ben 55 ordigni esplosivi: spuntano mine antiuomo e persino una mina anticarro tedesca, bombe a mano marcate Mills N36 di produzione inglese, spolette di più tipologie, bombe da mortaio e bombe da fucili illuminanti.

LE ARMI

Non finisce qui, perché il collezionista ha in casa anche munizioni da guerra, vale a dire colpi da artiglieria, proiettili e cartucce 303 British, un calibro molto diffuso nelle mitragliatrici. Nell’abitazione ortonese vengono sequestrate anche armi da guerra, ovvero un fucile Mauser, una pistola revolver priva di matricola, sette baionette e un sistema lanciarazzi canadese.

La serra per la droga

Nel corso della perquisizione i carabinieri trovano pure quattro vasi di canapa indiana in una serra con un ventilatore e una lampada a raggi ultravioletti, utilizzata per mantenere la temperatura costante e permettere la crescita ottimale delle piante. A quel punto, su disposizione del pubblico ministero Giuseppe Falasca, l’arrestato finisce ai domiciliari, in attesa dell’udienza di oggi, nel corso della quale potrà affrontare l’interrogatorio e fornire la sua versione. Fin qui, la cronaca del blitz.

LA DENUNCIA

Pochi giorni fa, il collezionista ortonese è stato anche denunciato per «inosservanza dei provvedimenti dell’autorità»: i carabinieri hanno sorpreso l’uomo mentre, con il suo metal detector, andava in cerca di bombe nella zona interdetta della riserva naturale regionale dei Ripari di Giobbe, fra Torre Mucchia e Punta Ferruccio, teatro nell’ultimo periodo di devastanti incendi con l’esplosione di ordigni bellici.

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