Botte ai figli, la giunta querela i commenti

Atessa: reazione del Comune per alcuni post su Facebook. Antonini (Mau): «È una sciocchezza»

ATESSA. La triste vicenda delle botte del padre ai figli minorenni costretti a vedere filmati pornograuici (il Centro, pur nel rispetto del diritto all’informazione, non ha mai fatto intendere in quale comune del Frentano fosse accaduta la storia per scongiurare il riconoscimento dei minori coinvolti) potrebbe avere code giudiziarie per alcuni commenti postati sulla pagina Facebook di “Atessa e Politica”.

Lo rende noto una delibera della giunta comunale di Atessa (n°84 del 18 aprile) guidata dal sindaco Nicola Cicchitti, con la quale si autorizza «il sindaco pro tempore a proporre ogni opportuna azione a tutela degli interessi del Comune di Atessa, ivi inclusa la proposizione di denuncia querela per la persecuzione degli illeciti penali ravvisabili nel contenuto diffamatorio degli articoli pubblicati su Facebook in data 17 e 18 aprile 2014». Il Movimento Atessa Unita (Mau) mette a disposizione alcuni avvocati per tutelare gratuitamente gli eventuali querelati.

Nei giorni scorsi quattro fratellini sono stati liberati da un incubo: vivevano tra escrementi e spazzatura, costretti dal papà che li maltrattava, a vedere film porno con lui. La delicata inchiesta della polizia di Lanciano, che ha preso origine da un compito in classe di uno dei bimbi, ha portato in carcere il padre dei minori, 36 anni.

Nella delibera di giunta, oltre ad indicare i giorni e la pagina Facebook, dopo aver detto che sull’argomento sono state pubblicate «dichiarazioni su presunte comunicazioni e segnalazioni all’amministrazione comunale, al sindaco, all’assessore alle politiche sociali e alle forze dell’ordine, maestre e responsabile del plesso scolastico in merito a vicende personali di un nucleo familiare», si specifica che la persecuzione degli illeciti penali ravvisabili nel contenuto diffamatorio degli articoli su Facebook è necessaria «considerata la gravità dei fatti indicati che ledono gravemente l’immagine dell’amministrazione comunale e degli altri soggetti indicati, appuntandosi le dichiarazioni su accuse del tutto false e infondate nei confronti dell’amministrazione».

«La delibera è una sciocchezza», afferma Tito Antonini, consigliere comunale del Mau e avvocato, «ritengo che sul social network non siano state utilizzate espressioni che abbiano leso in qualche maniera la dignità e il decoro dell’amministrazione comunale che meglio avrebbe fatto a riconoscere una certa superficialità nella gestione dei fatti».

Matteo Del Nobile

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