Brigata Maiella, eroici abruzzesi

L’epopea dei partigiani di Ettore e Domenico Troilo in un libro di Romano Canosa

«In 15 mesi di asperrima lotta sostenuta contro l’invasore tedesco con penuria di ogni mezzo ma con magnifica esuberanza di entusiasmo e di fede, sorretti soltanto da uno sconfinato amore di Patria, i Patrioti della Maiella, volontari della Libertà, affrontando sempre soverchianti forze nemiche, hanno scritto per la storia della risorgente Italia una pagina di superbo eroismo».

 Inizia così la motivazione con cui fu conferita alla Brigata Maiella la medaglia d’oro al valor militare. Dovettero aspettare 18 anni per vedersi riconosciuto ufficialmente il contributo dato nella lotta contro i nazi-fascisti che occupavano l’Italia, i partigiani e patrioti abruzzesi della Brigata guidata da Ettore Troilo - un avvocato sulmonese di fede socialista che, dopo la Liberazione, fu anche prefetto di Milano - e Domenico Troilo (nessuna parentela tra i due) di Gessopalena.

 Soltanto il 14 novembre 1963, infatti, per mano dell’allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti, e su conferimento del presidente della Repubblica, Antonio Segni, la bandiera del Gruppo Patrioti della Maiella fu decorata con la medaglia d’oro al valore militare.

 Il 25 aprile scorso, fra le macerie di Onna, alcuni anziani reduci dei 1.792 soldati partigiani che composero la Brigata Maiella hanno legato il fazzoletto tricolore simbolo del gruppo al collo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la Festa della Liberazione.

 All’epopea di quel gruppo di patrioti abruzzesi lo scrittore ortonese Romano Canosa ha dedicato un volume che viene pubblicato dalle Edizioni Menabò nella collana D’Abruzzo Libri. Il saggio di Canosa racconta le imprese della Brigata Maiella inquadrandole nello scenario più vasto della Campagna d’Italia e della situazione politica nei mesi successivi all’armistizio con gli anglo-americani dell’8 settembre 1943 e al vergonoso abbandono di Roma da parte di re Vittorio Emanuele III in fuga a Ortona e poi Brindisi. Canosa, inoltre, nell’appendice al suo volume, pubblica, in ordine alfabetico, i nomi dei 1.792 combattenti che fecero parte della Brigata Maiella: dalla A di Nicola Abbonizio di Lanciano alla Zeta di Vincenzo Zurlo di Sulmona.

 Nella storia della Resistenza, la Brigata Maiella fu la sola, fra quelle partigiane, a essere decorata di medaglia d’oro al valore militare alla bandiera, fu tra le pochissime formazioni aggregate all’esercito alleato dopo la liberazione del suo territorio d’origine (assieme alla 28ª Brigata Garibaldi Mario Gordini e alla Divisione Modena-Armando) e fu la formazione combattente con il più lungo ciclo operativo. Infatti, dopo la liberazione dell’Abruzzo, continuò a lottare risalendo la penisola dalle Marche all’Emilia-Romagna al Veneto.

 L’atto di nascita della Brigata porta la data del 5 dicembre 1943, quando, dopo la liberazione di Casoli da parte delle truppe alleate, Ettore Troilo, partendo da Torricella Peligna con un gruppo di soli 15 uomini, prese contatto con il Comando inglese nel castello Masciantonio. Dopo un’iniziale diffidenza da parte degli inglesi, il gruppo di partigiani guidati da Troilo fu aggregata alle truppe alleate. Nel gennaio 1944, dopo un incontro tra il maggiore Wigram ed Ettore Troilo, fu permesso ai partigiani della Maiella di combattere sotto il comando alleato. Per un anno e mezzo, la Brigata Maiella non avrebbe più smesso la lotta.

 Ecco le date principali delle loro imprese.
 Il 15 gennaio 1944, una forza mista di partigiani della Maiella e militari britannici, guidata dal maggiore Wigram del V Corpo d’armata britannico, conquistò Colle dei Lami. Il 30 gennaio fu liberata Quadri. Il 4 febbraio fu la volta di Pizzoferrato. In quello stesso mese di febbraio, Domenico Troilo, vice comandante della Brigata Maiella, si distinse nella difesa di Fallascoso, una frazione di Torricella Peligna, avamposto sulla Linea Gustav. Il 23 febbraio, con soli 20 uomini, Troilo fronteggiò, per tutta la notte, l’attacco di un’intera divisione tedesca. Sempre in febbraio, il gruppo, che era coordinato dal comando alleato, fu inquadrato nella 209ª Divisione di fanteria guidata da Giulio Preporrai conservando, però, la sua autonomia operativa.
 Il 9 giugno i partigiani della Maiella, insieme con le armate britanniche, liberarono Pacentro, Cansano, Roccacaramanico, Caramanico Terme, Sant’Eufemia, Popoli, Tocco da Casauria, Bussi sul Tirino e Pratola Peligna, e furono i primi a entrare a Sulmona liberata.
 Riconquistato l’Abruzzo, la Brigata non si sciolse ma proseguì la lotta di liberazione del Paese dai nazisti e dai loro alleati fascisti della Repubblica sociale italiana. Così, a fianco degli Alleati risalì l’Italia fino ad Asiago. Insieme con i soldati dell’armata polacca, i partigiani abruzzesi furono i primi a entrare a Bologna liberata, la mattina del 21 aprile 1945.
 L’adesione alla Brigata Maiella fu sempre volontaria. Se ne poteva uscire liberamente senza doverne spiegare il motivo. Nessuno fu mai classificato in base alla sua fede o provenienza politica. In un anno e mezzo, dalle inziali 400 persone che componevano le sue file si passò alle 1.500 al momento dello scioglimento, a guerra conclusa.
 Ettore Troilo è morto il 30 giugno 1974 a Roma, all’età di 76 anni. Domenico Troilo è scomparso l’11 marzo di due anni fa a Lanciano quando aveva 85 anni. A chi gli chiedeva della sua eroica giovinezza rispondeva con l’asciuttezza dei migliori abruzzesi: «Non volevo cambiare il mondo, volevo solo vivere in pace».