Bandiera nazista esposta al museo della guerra di Orsogna, l’opposizione insiste: «Dovete toglierla»

Il gruppo di minoranza presenta una mozione in consiglio. Pierantoni (Pd): chi l’ha messa crea soltanto confusione
ORSOGNA. Continua a tenere banco il caso della bandiera nazista esposta al Museo della guerra di Orsogna e che il gruppo consiliare di opposizione Amiamorsogna chiede di rimuovere. Dopo gli interventi dello storico Marco Patricelli, di Luciano D’Amico (Osservatorio antifascista 25 settembre 1943), del sindaco Andrea Marinucci e di Riccardo Fusilli, responsabile dell’associazione Erma, che ha curato l’allestimento della struttura, interviene anche il segretario locale del Pd, Luca Pierantoni. «Ne rivendico con forza», scrive in una nota Pierantoni, «la richiesta di rimozione non perché rifiuti la storia, ma perché la rispetto profondamente. La storia, infatti, non si insegna attraverso simboli privi di autenticità e di contesto. Si insegna con studio, rigore e responsabilità. Esporre oggi una bandiera del Terzo Reich, moderna e non documentata, senza alcuna didascalia esplicativa, senza alcuna narrazione critica, non è “memoria", ma superficialità, confusione. È una rappresentazione approssimativa di una delle pagine più buie del Novecento. Non c'è nulla di culturale, e tanto meno di educativo, nell'esibire un simbolo che ha rappresentato lo sterminio, l’odio razziale, l’aggressione ad un popolo, se non si ha il coraggio di spiegarne fino in fondo l’orrore. In un museo, ogni oggetto deve parlare. E se parla con voce muta, crea un danno. Non è cancel culture. È ricordare il limite tra memoria e propaganda. A chi invoca la libertà di raccontare, diciamo: sì, ma raccontare bene. Raccontare tutto. Raccontare con dignità. E la dignità non sta nel silenzio di una bandiera appesa al muro senza spiegazione, ma nel lavoro di chi restituisce alla comunità una narrazione accurata, che non banalizzi e non strizzi l’occhio alla retorica».
Sulla vicenda torna anche il gruppo consiliare Amiamorsogna. Come consiglieri di minoranza», scrivono Savino Saraceni, Orlando Pierantoni, Roberto D’Angelo e Arabella Tenaglia, «vedere quella bandiera esposta nel Palazzo che ha ospitato la pretura di Orsogna, è stato un tormento che ci ha perseguito a lungo prima di formulare la proposta di mozione. Abbiamo atteso l’inaugurazione con la speranza che la bandiera venisse rimossa, ma è sempre lì. Non è una questione da bagatelle come scritto, ma è questione che tocca da vicino la storia di Orsogna che ha subito e continua a subire queste irruzioni nostalgiche che non rendono giustizia al sangue versato e alle sofferenze subite di un’intera popolazione. L’esposizione di simboli come la bandiera nazista può essere giustificata se inserita in un contesto che spiega in modo chiaro e critico il loro significato, la storia e le conseguenze nefaste del regime nazista. Se non adeguatamente contestualizzata, la presenza di simboli nazisti può risultare ambigua o offensiva: la presenza di avvisi è’ fondamentale per comprendere contenuti forti o controversi, offrendo contesto o supporti alla comprensione».