Cancellata dopo 15 anni la squadra di calcetto dei detenuti. L’ira dei parenti: “Era un’opportunità”

Il caso a Lanciano. La decisione del Dipartimento dell’amministrzione penitenziaria è arrivata come una doccia gelata, insieme alla mancata autorizzazione a disputare una partita con una squadra di studenti
LANCIANO. Correre dietro a un pallone, sfidare squadre avversarie, disputare un vero campionato, era per loro un assaggio di libertà. Non era solo calcio il progetto "Mettiamoci in Gioco", primo a coinvolgere i detenuti di un penitenziario, quelli del supercarcere di Villa Stanazzo. Ma ora, dopo oltre 15 anni, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha deciso di porre fine a questa iniziativa virtuosa, che vedeva la collaborazione di Figc e Lnd Abruzzo. La decisione è arrivata come una doccia gelata, insieme alla mancata autorizzazione a disputare una partita con gli studenti del corso di laurea in Diritto dell'ambiente e dell'energia, che avrebbe dovuto anticipare il convegno di oggi, dalle 9 a Palazzo degli studi, su lavoro, istruzione e sport come strumenti di inclusione per chi si trova dietro le sbarre.
Il progetto, che rappresentava un modello virtuoso di rieducazione e reinserimento sociale attraverso lo sport, ha consentito ai detenuti, con la squadra Libertas Stanazzo, di partecipare al campionato regionale di Calcio a cinque di Serie D, favorendo un contatto positivo con il mondo esterno e promuovendo valori come il rispetto delle regole, il lavoro di squadra e la responsabilità personale.
I familiari dei detenuti della casa circondariale di Lanciano non ci stanno e chiedono alle istituzioni e alla società civile di non restare indifferenti. «Grazie a “Mettiamoci in Gioco”», spiegano in una nota, «i nostri cari avevano l'opportunità di sentirsi parte attiva della società, di costruire relazioni sane e di guardare al futuro con speranza. La decisione del Dipartimento di interrompere questo percorso è per noi una grande delusione. L'esclusione della squadra del carcere di Lanciano dal campionato 2025-2026 non è solo una perdita sportiva, ma una ferita simbolica ai principi costituzionali di rieducazione della pena».
Il convegno di oggi, organizzato dal Rotary club Lanciano Costa dei trabocchi in collaborazione con l’Università di Teramo, la casa circondariale di Lanciano, l’Ipa Abruzzo e l’ente di formazione Human Factory, verte proprio sulla rilevanza del lavoro, dello sport e dell’istruzione nel percorso riabilitativo dei detenuti, riconoscendone il valore non solo come strumento di reinserimento sociale, ma come veicolo di crescita personale e sviluppo dell'autonomia.