Casalbordino, 49 denunciati per il rave party senza licenza

Blitz in un’area privata preparata fin dalla sera prima con stand e impianti hi-fi. La zona scelta, a Santo Stefano, è vicina all’uscita dell’autostrada A14

CASALBORDINO. Prima la musica a tutto volume poi le sirene. È finito con 49 denunce per invasione illegale di terreno privato il rave party organizzato domenica sera senza alcuna autorizzazione da un gruppo di giovani in contrada Santo Stefano, a Casalbordino. A chiedere l’intervento dei carabinieri è stato un passante che, incredulo, si è accorto che il bosco privato era stato trasformato in una discoteca all’aperto con tanto di stand e impianti hi-fi. I carabinieri stanno cercando di risalire all’organizzatore del rave.

La chiamata al 112 è arrivata all’imbrunire. Ad attrarre l’attenzione dei passanti è stata la musica assordante. Quando un agricoltore si è avvicinato per scoprire la fonte del tam tam sonoro, non voleva credere ai propri occhi. Un piccolo esercito di giovani arrivato in auto anche dalle regioni vicine aveva invaso un terreno incolto non lontano dal casello autostradale di Vasto Nord.

«La comitiva arrivata a Casalbordino sabato sera si è addentrata con le auto fino al bosco. Incuranti di invadere la proprietà altrui, ha allestito stand e impianti di diffusione sonora», raccontano i carabinieri.

Molti giovani hanno pernottato nel bosco. I militari del paese hanno compiuto il blitz insieme ai colleghi di Tollo, Ortona, San Vito e Torino di Sangro prima che la festa entrasse nel vivo. Quando le auto dei carabinieri sono arrivate sul posto, i partecipanti al Rave non sono riusciti a trattenere un gesto di stizza. Uno ad uno sono stati identificati. «I ragazzi sono arrivati dalle località più disparate grazie a una rete di inviti lanciati attraverso Internet», dicono i carabinieri.

All'’rrivo delle forze dell'ordine mancavano ancora molti altri invitati. Per la tranquillità dei residenti il festino è stato interrotto e la musica spenta. La strumentazione acustica è stata smontata. Al termine degli accertamenti il terreno è rientrato nella disponibilità dei legittimi proprietari. I quarantanove giovani denunciati, stando a quanto previsto dall'articolo 633 del codice penale, rischiano pene severe: la condanna fino a 2 anni di reclusione o una multa a 5 zeri oltre all’eventuale risarcimento del danno ai titolari delle aree occupate abusivamente.

Paola Calvano

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