Casoli, ospedale chiuso: ricorso alla Consulta

Il Consiglio di Stato dichiara di non poter procedere sul ricorso dalla Regione che chiedeva di sospendere le sentenze del Tar di riapertura
CASOLI. Il Consiglio di Stato ha dichiarato di non poter procedere nel giudizio sul ricorso dalla Regione che chiedeva di sospendere le sentenze del Tar di riapertura dell'ospedale di Casoli: è cessata la materia del contendere con l'approvazione della Finanziaria. Dunque, resta la chiusura dell'ospedale per decreto del governo e l'adozione del Piano sanitario del commissario Gianni Chiodi (Pdl).
Il Consiglio di Stato, dunque, ha dichiarato «improcedibile la sospensiva chiesta dalla Regione per carenza di interesse, perché gli atti amministrativi oggetto del giudizio, ossia le sentenze del Tar, sono stati trasfusi in una fonte di rango legislativo superiore, la legge finanziaria». E' la sentenza emessa dal Consiglio di Stato che doveva pronunciarsi sulla richiesta della Regione di bloccare le sentenze del Tar che riaprivano l'ospedale di Casoli, e non l'ha fatto perché a disciplinare la materia è sopraggiunta la legge finanziaria.
«In pratica la legge finanziaria ha salvato Chiodi, i suoi tagli e il suo piano sanitario», commenta il sindaco di Casoli, Sergio De Luca (Pd), «come avevamo ipotizzato e temuto. Il Consiglio di Stato ha rimesso gli atti, perché non ha più poteri in quanto è cessata materia del contendere con l'approvazione della legge finanziaria che ha già rigettato le sentenze del Tar, sulle quali il consiglio doveva pronunciarsi. Ha invece potere, in questo caso, la Corte costituzionale».
Ma prima di avviare nuovi ricorsi in una battaglia legale che sembra infinita, bisogna ora attendere le nuove mosse della Regione.
«Il commissario Chiodi ora ha carta bianca e può decidere come agire», spiega De Luca, «può ignorare la sentenza del Tar che riapre l'ospedale Consalvi, i reparti lungodegenza, geriatria, riabilitazione e i sevizi, come il day service, il day surgey perché il governo gli ha concesso questa possibilità o, ipotesi molto rara, può riaprirlo ascoltando la volontà popolare e l'esigenza di garantire servizi sanitari nella comunità montana. Se non riaprirà il Consalvi impugneremo comunque gli atti di chiusura e li porteremo alla Corte costituzionale. Siamo pronti», conclude il primo cittadino, «a lottare ancora per bloccare decisioni che calpestano la volontà del popolo e le sentenze del Tar».
Il Consiglio di Stato, dunque, ha dichiarato «improcedibile la sospensiva chiesta dalla Regione per carenza di interesse, perché gli atti amministrativi oggetto del giudizio, ossia le sentenze del Tar, sono stati trasfusi in una fonte di rango legislativo superiore, la legge finanziaria». E' la sentenza emessa dal Consiglio di Stato che doveva pronunciarsi sulla richiesta della Regione di bloccare le sentenze del Tar che riaprivano l'ospedale di Casoli, e non l'ha fatto perché a disciplinare la materia è sopraggiunta la legge finanziaria.
«In pratica la legge finanziaria ha salvato Chiodi, i suoi tagli e il suo piano sanitario», commenta il sindaco di Casoli, Sergio De Luca (Pd), «come avevamo ipotizzato e temuto. Il Consiglio di Stato ha rimesso gli atti, perché non ha più poteri in quanto è cessata materia del contendere con l'approvazione della legge finanziaria che ha già rigettato le sentenze del Tar, sulle quali il consiglio doveva pronunciarsi. Ha invece potere, in questo caso, la Corte costituzionale».
Ma prima di avviare nuovi ricorsi in una battaglia legale che sembra infinita, bisogna ora attendere le nuove mosse della Regione.
«Il commissario Chiodi ora ha carta bianca e può decidere come agire», spiega De Luca, «può ignorare la sentenza del Tar che riapre l'ospedale Consalvi, i reparti lungodegenza, geriatria, riabilitazione e i sevizi, come il day service, il day surgey perché il governo gli ha concesso questa possibilità o, ipotesi molto rara, può riaprirlo ascoltando la volontà popolare e l'esigenza di garantire servizi sanitari nella comunità montana. Se non riaprirà il Consalvi impugneremo comunque gli atti di chiusura e li porteremo alla Corte costituzionale. Siamo pronti», conclude il primo cittadino, «a lottare ancora per bloccare decisioni che calpestano la volontà del popolo e le sentenze del Tar».
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