tragedia sfiorata

Chieti, bimbo di 3 mesi salvato dal soffocamento

Rianimato per strada, deve la vita agli operatori della Croce Rossa. Ricoverato in terapia intensiva neonatale a Chieti

CHIETI. Ha rischiato di morire soffocato a tre mesi davanti agli occhi dei genitori ma si è salvato per un miracolo. Deve la vita a un gruppo di esperti operatori della Croce Rossa e del 118 che lo hanno rianimato per strada.

«Sono stati bravi», commenta il professor Francesco Chiarelli responsabile del Dipartimento materno-infantile del policlinico di Chieti. Il miracolato è un bambino che, sabato sera, all’improvviso, ha smesso di respirare. Ma i genitori, una giovane coppia che risiede a Francavilla, non hanno perso il controllo della situazione. In quegli attimi drammatici il papà e la mamma hanno preso il loro bambino, ormai privo si sensi e cianotico e sono corsi fuori casa per chiedere aiuto. Saliti in auto, hanno percorso solo poche centinaia di metri prima incrociare per strada la loro salvezza.

Erano le 19,30: sarà stato un angelo a far incrociare proprio in quel punto e a quell’ora l’auto con il lattante in fin di vita e l’ambulanza della Croce Rossa che, sabato sera, stava per prendere servizio al concerto di Arisa in piazza della Sirena Francavilla. L’incontro è stato fortuito ma determinante.

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Sul posto, spiegano dalla Corce Rossa, e intervenuto subito dopo il mezzo del 118 con il medico a bordo, rimasto in un primo momento bloccato dal traffico e il caos per il concerto che doveva ancora cominciare. Così il primo provvidenziale intervento è stato fatto da un volontario della Cri e portato a termine con successo dal medico del 118. Si chiama Paediatric Basic Life Support (PBLS) la procedura di soccorso che ha salvato la vita al lattante. Ha lo scopo prevenire il danno “anossico cerebrale” – dicono gli esperti di manovre che salvano la vita – favorendo la ripresa spontanea del circolo e della respirazione nei casi di arresto cardio-circolatorio. A differenza del comune Basic Life Support, il PBLS è dedicato ai pazienti in età pediatrica. Può essere praticato da chiunque senza l'ausilio di strumenti o farmaci e viene differenziato in base all'età del paziente.

Ma torniamo al piccolo rianimato per strada e quindi trasportato d’urgenza all’ospedale di Chieti dove ora è ricoverato in Terapia intensiva neonatale, reperto specializzato del dipartimento Materno infantile diretto da Chiarelli. Il bimbo è in una incubatrice ed è collegato all’ossigeno che lo aiuta a respirare. La diagnosi è Alte, l’acronimo di Apparent Life -Threatening Events: episodi, cioè, che sembrano mettere a rischio la vita. Nel caso del bimbo è stato un rigurgito di latte. «Ma non corre più pericolo di vita», conferma e rassicura il primario, «e loro sono stati davvero bravi».