Fatture per operazioni inesistenti: D’Arcangelo, il patron del Chieti Calcio, sotto processo

18 Giugno 2025

«Debiti cancellati usando crediti Iva fittizi»: il 49enne al centro di un’inchiesta dei pm di Teramo. L’accusa: «Ha reclutato professionisti compiacenti e ignari complici tra nullatenenti e bisognosi»

CHIETI. È accusato di aver reclutato «professionisti compiacenti» e «ignari fiduciari tra nullatenenti, emarginati e bisognosi» per realizzare il suo «piano criminoso»: cancellare debiti tributari utilizzando crediti Iva inesistenti. Il patron del Chieti calcio Altair D’Arcangelo, 49 anni, si ritrova sotto processo davanti al tribunale di Teramo: su di lui pendono ben 15 capi d’imputazione per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione. Una frode fiscale milionaria ai danni dell’erario.

GLI ALTRI NOMI

Oltre a D’Arcangelo, sono sotto accusa altre 11 persone: Giuseppe Cerza di Chieti, Osvaldo Ciminà di Pineto, Lorenza Tondelli di Piacenza, Antonio Giuseppe Zinghinì di Legnano, Mario Vittorio Cattaneo di Parabiago, Domenico Di Caccamo di Palermo, Enea Fornoni di Chiari, Antonella Carrozzo di Zevio, Dario Aldo Vitulli di Muggiò, Antonio Ottaviani di Silvi e Michele Guarnieri di Giulianova. Ieri mattina il giudice Marco D’Antoni ha rinviato l’udienza al prossimo 2 luglio davanti al nuovo giudice Martina Pollera. L’accusa è stata rappresentata dal pm d’aula Monica Speca (il sostituto procuratore titolare del fascicolo è Silvia Scamurra). I fatti contestati sono avvenuti, tra il 2018 e il 2020, a Pineto, Silvi Marina, Giulianova, Milano e Roma.

IL CONTESTO

D’Arcangelo, dunque, torna a far parlare di sé, alla vigilia di una nuova stagione sportiva, per vicende che nulla hanno a che vedere col calcio giocato. Il patron della società neroverde è già finito al centro della cronaca nazionale dopo essersi dichiarato business developer, ovvero procacciatore di affari, della società anonima svizzera Wip Finance, proprietaria dell’85% delle quote del Chieti calcio. Wip, peraltro sotto indagine amministrativa nel Paese elvetico, che avrebbe dovuto acquisire il 75% del capitale di Athena, che ha come soci Immobiliare Dani e Daniela Santanchè, e di conseguenza essere indirettamente socia di maggioranza assoluta di Visibilia Editore, del gruppo editoriale fondato dalla ministra di Fratelli d’Italia, che ha dismesso le cariche nel 2022.

Ma torniamo all’inchiesta di Teramo, in cui D’Arcangelo e Cerza sono accusati di essere «ideatori, promotori, organizzatori e coordinatori dell’attività delittuosa».

IL MECCANISMO ILLEGALE

Il piano illegale scoperto dalla guardia di finanza prevedeva diversi step: l’acquisto di immobili «a prezzi vili» nell’ambito di procedure esecutive o fallimentari ad opera della società Great View con sede a Pineto; la fittizia vendita, la permuta o il conferimento dei cespiti immobiliari in favore di ulteriori società, appositamente costituite, per valori di gran lunga superiori a quelli commerciali reali; la conseguente «indebita utilizzazione del credito Iva inesistente apparentemente generato da tali operazioni per compensare debiti tributari propri e altrui in danno dell’Erario».

ATTI SIMULATI

Le fatture finite nel mirino della guardia di finanza, dunque, sono state generate da «atti negoziali simulati», che avevano l’unico scopo di «creare un’apparenza giuridica idonea a far conseguire ad altri finalità di profitto per sé e pregiudizievoli per l’Erario». Determinante, per portare a termine le operazioni illecite, è stato il supporto di professionisti deputati «alla redazione delle false perizie di stima utilizzate per giustificare – sulla base di criteri valutativi tecnicamente inaccettabili – l’apprezzamento esponenziale del valore commerciale degli immobili».

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