l'estrazione

Chieti, la casa popolare come un terno al Lotto

Finita l’era D’Agostino, il nuovo assessore assegna a sorte: vince un disoccupato. Tra gli esclusi c’è Simone Daita

CHIETI. Questa volta niente contestazioni, niente urla contro i dipendenti comunali, né proteste di alcun tipo all’Ufficio casa. Ieri mattina all’ufficio comunale che gestisce le politiche della casa, in viale Amendola, c’è stato il sorteggio dell’unico appartamento che si era liberato qualche giorno fa.

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Nella graduatoria per l’emergenza abitativa c’erano persone con lo stesso punteggio e dunque è stato necessario decidere quale fosse la posizione dei pari merito. C’era un gruppo di quattro persone con uguale punteggio e per capire a chi affidare l’appartamento di via Albanese (zona Sant’Anna) si è deciso di affidarsi alla sorte. Sono state preparate quattro schede bianche con su scritto un numero da uno a quattro, piegate e messe in un’urna di cartone. I quattro interessati si sono presentati alle 11.30, come da convocazione, e ad uno ad uno hanno pescato dalla scatola di cartone il fogliettino, in una sorta di autosorteggio fatto nella maniera più trasparente possibile alla presenza del dirigente di settore, Silvana Marrocco, del funzionario Gabriella Pollio, e del consigliere comunale Stefano Maurizio Costa. L’assessore comunale Maria Rita Salute, che ha ereditato il pesante fardello dell’ex assessore Ivo D’Agostino, travolto dallo scandalo delle case in cambio di sesso, è arrivata al termine dell’operazione. A pescare il biglietto con il numero uno, l’unico che dava accesso all’appartamento, è stato il signor Donato Vecere, che non credeva ai suoi occhi. A giorni avrebbe dovuto lasciare la sua casa in contrada San Martino dove vive con due figli e la moglie casalinga. Lo sfratto esecutivo non gli lasciava più scampo.

«Era una spada che pendeva sulla mia testa», ha detto. L’incubo per la sua famiglia è iniziato a maggio del 2014: «Di punto in bianco, dopo aver sempre lavorato, a 50 anni, mi hanno licenziato senza una spiegazione». Lo stipendio del signor Vecere era l’unica entrata della famiglia. L’uomo lavorava per una grande e nota azienda locale. «La lettera di licenziamento è arrivata qualche giorno dopo l’esito delle elezioni regionali», ha raccontato il signor Vecere, «quando ho chiesto spiegazioni mi hanno detto semplicemente che era cambiato il vento». Quando Vecere ha estratto il foglietto vincente era presente anche la moglie. La signora Carmelina è prima rimasta in silenzio. Poi, man mano che cominciava a realizzare cosa era accaduto, dai suoi occhi sono cominciate a spuntare lacrime di gioia. «Ieri sera eravamo in chiesa nella nostra parrocchia di San Martino», racconta, «il nostro parroco don Sabatino aveva organizzato una suggestiva cerimonia per una ricorrenza ecclesiastica e io pensavo alla giornata successiva. Il Signore ha ascoltato le mie preghiere». I signori Vecere sono andati via ringraziando i funzionari dell’ufficio e correndo a prendere la chiave dell’appartamento di via Albanese. Agli altri tre non è rimasto altro che chiedere se c’erano speranze che qualche altro alloggio si potesse liberare presto. Informazioni che i funzionari non hanno potuto dare, sebbene si è capito che ci sono spiragli positivi. Nella mattinata di ieri si è sorteggiata anche la posizione all’interno di un altro gruppetto di cinque pari merito. Tra loro c’era anche il nome di Simone Daita, il giornalista cinquantatrenne aggredito quasi nove mesi fa in piazza Vico. Ricoverato in gravi condizioni a Villa Pini,

Daita ovviamente non poteva essere presente. Al suo posto è arrivato un vigile urbano che ha estratto il bigliettino per lui. La sorte gli ha assegnato l’ultimo posto tra i cinque. La dottoressa Pollio, infine, ha tenuto a rimarcare che è uscito il nuovo bando per gli inquilini morosi non colpevoli, che mette a disposizione 32 mila euro. Gli interessati devono recarsi all’Ufficio casa per compilare la domanda.