Chieti, lo perseguita con messaggi hot: impiegata comunale nei guai 

La donna ha conosciuto l’operaio per una commissione, da lì sono iniziate le sue ossessioni. Dopo telefonate e appostamenti sotto casa lui la denuncia: ora ha il divieto di avvicinarsi all’uomo

CHIETI. «Ti ho visto, sei appena rientrato». Questo è uno dei tantissimi messaggi che una dipendente comunale di 56 anni ha scritto a un uomo che aveva conosciuto nel suo ufficio per una commissione. Secondo l’accusa, per un mese e mezzo, lei l’avrebbe perseguitato. Con messaggi, telefonate e appostamenti sotto casa: una strategia d’amore malato con l’obiettivo di instaurare una relazione. Ora però la donna dovrà restare ad almeno 300 metri di distanza da quell’uomo: il gip Luca De Ninis, su richiesta della pm Marika Ponziani, ha disposto il divieto di avvicinamento e le ha vietato ogni tipo di comunicazione.
L’indagine sul caso di stalking al contrario rispetto ai canoni tradizionali è stata curata dalla squadra mobile guidata dalla dirigente Miriam D’Anastasio, chiamata a ricostruire i contorni di una relazione in bilico tra le ossessioni. I due si erano conosciuti all’inizio di gennaio per una pratica da sbrigare in Comune e poi sarebbe iniziata un’amicizia sfociata poi negli atti di persecuzione contro l’operaio, sposato e con figli: dopo essere entrati in confidenza ed essersi scambiati i numeri di cellulare, la dipendente comunale lo avrebbe contattato di continuo e gli avrebbe proposto prestazioni sessuali. Per lei, tra loro, ci sarebbe stata una storia; per lui no. L’operaio, costretto a presentarsi in questura per denunciare il comportamento ossessivo della donna, ha raccontato che non avrebbe mai accettato quel corteggiamento pressante e che avrebbe cercato in tutti i modi di restare fuori da una storia pericolosa. Ha detto che, dopo i primi messaggi insistenti, avrebbe risposto con sms tipo: «Lasciami in pace», «tra noi non c’è niente», «ti sei inventata tutto», «adesso basta tanto mia moglie sa tutto». Ma, stando all’accusa, la dipendente comunale avrebbe continuato a importunarlo in un crescendo di messaggi e telefonate, in un giorno addirittura un centinaio. Fino agli appostamenti sotto casa: all’inizio di febbraio è stata la moglie dell’operaio ad accorgersi della presenza sotto casa della dipendente comunale chiusa nella sua auto. La donna ha chiamato la polizia e la Volante, arrivata in pochi minuti, ha documentato tutto e portato la dipendente comunale in questura. Ma, in base alla ricostruzione della Mobile, la denuncia per atti persecutori non avrebbe frenato l’intento della donna: lei avrebbe proseguito a molestare l’operaio fino a quando i poliziotti non gli hanno notificato il divieto di avvicinamento. Adesso, se dovesse violare le prescrizioni dell’autorità giudiziaria, rischierebbe un aggravamento della misura cautelare e potrebbe addirittura essere arrestata.
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