Chieti, nuovo ospedale da 200 milioni: Venturoni dà lo stop

L’ex assessore e braccio operativo di Chiodi sulla sanità dice no al mega progetto lanciato in città da Zavattaro
CHIETI. Una cosa è certa: se il centrodestra dovesse vincere le regionali, il mega progetto da 200 milioni di euro del nuovo ospedale resterà un plastico. A dirlo è Lanfranco Venturoni, rimasto il consigliere numero uno del governatore, Gianni Chiodi, per gli affari della sanità abruzzese, anche dopo la bufera giudiziaria che costrinse l’assessore e medico teramano a lasciare la poltrona in giunta. E’ stata sua l’idea di costruire in Abruzzo cinque nuovi ospedali (spesa: 230 milioni di euro che potrebbero diventare 460). Ed è sempre sua la dichiarazione, resa ieri pomeriggio al Centro, che boccia sonoramente il progetto di finanza del nuovo policlinico di Chieti, già in fase avanzata, proposto da tre colossi del mattone e recepito dal manager Asl, Francesco Zavattaro.
I numeri? Otto livelli, 400 posti letto, sale operatorie, 1500 posti auto, ambulatori e un parco. Il costo? Duecento milioni di euro più Iva? I tempi: due anni di cantiere. Chi vuole realizzarlo? Finanza e progetti spa, ovvero Nocivelli, Studio Altieri e il colosso di Vicenza Maltauro, amministrato fino a 48 ore fa da quell’Enrico Maltauro arrestato per lo scandalo dell’Expo 2015. In sintesi, le imprese realizzerebbero il nuovo ospedale a costo zero per la Asl che però dovrà dare loro in cambio la gestione di tutti i servizi non sanitari (dai parcheggi a decine di manutenzioni alla lavanderia e la ristorazione) per la bellezza di 30 anni. In altre parole significa mettere la sanità pubblica nelle mani del privato. Arriviamo a Venturoni. Che cosa ne pensa il “governatore ombra” in fatto di sanità in Abruzzo del mega progetto? La sua risposta è chiarissima. E’ uno stop ai sogni di Zavattaro, anzi ai grandi affari della Asl.
«Una cosa è certa», esordisce, «l’ospedale di Chieti va ricostruito. Ma la strada non è questa. Occorrono una gara è soprattutto l’ok del ministero che, per quanto concerne questo tipo di project financing, lo ha già dato in Veneto ma poi lo ha stoppato perché in questo modo ognuno potrebbe costruirsi un ospedale sotto casa».
E’ accertato che i corpi C ed F del policlinico di Chieti vanno sgomberati e abbattuti. Sono gli immobili realizzati con “cemento impoverito”, quelli ad alto rischio sismico. «Allora mi chiedo: perché la Asl non ha provato ad acquistare Villa Pini che costava nulla!», esclama Venturoni che rincara la dose quando il discorso passa sul polo cardiologico mai aperto e diventato il pozzo di San Patrizio, o meglio la Salerno Reggio-Calabria della sanità abruzzese: «E’ l’esempio più grave di come si sprechino i soldi della sanità pubblica. Se fossi rimasto a fare l’assessore il polo del cuore avrebbe avuto vita brevissima».
Ma ora la priorità della Asl teatina è un mega progetto da 200 milioni di euro, già presentato dal manager in consiglio comunale, all’Università e a dirigenti dell’ospedale, che però fa arrabbiare sia Lanciano che Vasto, lasciati dalla Asl con un pugno di mosche in mano e che ora trova il primo pesante stop: «No, non è fattibile», taglia corto il “governatore ombra” della sanità.