Chieti, stop al ristorante del capo ultrà: «È stato condannato per spaccio»

Provvedimento del Comune dopo la segnalazione della questura: «Non può proseguire l’attività, la legge impone il divieto per i cinque anni successivi alla data in cui è stata scontata la pena»
CHIETI. C’è una condanna definitiva per droga. E c’è un decreto legislativo del 2010 che non fa sconti. Per il Comune, l’equazione è semplice e porta a un risultato: stop. L’ente ha firmato il «divieto di prosecuzione dell’attività»: Francesco Salvatore, 40 anni, noto capo ultrà del Chieti calcio, deve abbassare la saracinesca del suo ristorante. Il locale è in via De Virgiliis, allo Scalo. Una sentenza del 2022 per «acquisto, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti» gli impedisce di avere i «requisiti morali» richiesti dalla legge.
Il provvedimento è arrivato dopo la segnalazione inviata in municipio dalla questura teatina e poggia su una norma chiara: «Non possono esercitare somministrazione di alimenti e bevande coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, condanne per reati concernenti le sostanze stupefacenti o psicotrope. Il divieto di esercizio permane per cinque anni dalla data in cui la pena è stata scontata».
Salvatore ha saldato il suo conto con la giustizia – per quanto attiene la contestazione di spaccio di droga – nel novembre dello scorso anno. Il quinquennio di interdizione, tuttavia, non risulta ancora trascorso. Per questa ragione, il settore Sviluppo del territorio e attività produttive del Comune, diretto dall’architetto Carlo Di Gregorio, dopo aver ricevuto il parere dell’ufficio legale dell’ente, ha dichiarato inefficace la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). La logica conseguenza è lo stop al ristorante «con effetto immediato».
Il capo ultrà fu coinvolto in una maxi inchiesta di polizia di Stato e guardia di finanza, sfociata nel 2019 in arresti e sequestri, per un vasto giro di cocaina nei locali della movida e negli ambienti della tifoseria organizzata neroverde. Contro il provvedimento potrà essere proposto ricorso, «per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di legge», entro sessanta giorni dalla notifica, davanti al Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Pescara, competente per territorio.
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