Cocaina nascosta nello stomaco, ai corrieri 3.500 euro a viaggio

Tanto era valutato il rischio per l’ingerimento della droga con gli ovuli di plastica: il recupero negli autogrill. Dall’aeroporto di Fiumicino i trafficanti inviavano le loro foto per essere individuati dalla coppia di Lanciano
LANCIANO. I corrieri ricevevano fino a 3.500 euro per trasportare la droga dal Brasile all'Abruzzo. Tanto veniva valutato il rischio di ingerire ovuli nello stomaco per superare i controlli in aeroporto. Nella cavità addominale i corrieri arrivavano a nascondere circa un chilo di cocaina purissima, come dimostrano le analisi effettuate sulla sostanza sequestrata dai carabinieri del Norm di Lanciano. In uno dei tre viaggi, documentati nell'operazione “Dominica” coordinata dalla Procura, gli ovuli prelevati dall'aeroporto di Fiumicino non sono mai arrivati a destinazione, intercettati dai militari che stavano addosso all'organizzazione, a forte componente sudamericana, che, secondo le accuse, gestiva il traffico internazionale di droga.
IL VIAGGIO DELLA DROGA Dal Brasile la cocaina arrivava attraverso corrieri disposti ad ingerire gli ovuli in plastica contenenti la sostanza stupefacente. All'arrivo all'aeroporto di Roma-Fiumicino il corriere inviava una foto per essere individuata da un soggetto fidato dell'organizzazione, che aveva il compito di portarla in auto a Lanciano. Lungo il tragitto, la tappa in autogrill per il “recupero” degli ovuli. «Vedi come sta di stomaco», erano le indicazioni al collaboratore, «mi sono scordato a dirti di portarti una busta e dei guanti, lo sai com'è...no!». All'arrivo a Lanciano o in un hotel di Rocca San Giovanni, la cocaina veniva consegnata a un dominicano che, insieme alla moglie, gestiva l'attività di spaccio. Questi si occupava di pagare il fornitore sudamericano e i corrieri e di distribuire la sostanza ai clienti. La droga veniva acquistata in Brasile a 26-30 euro al grammo e rivenduta a 80-100 euro sulle piazze del Frentano, di Chieti e Pescara.
AFFARI DI FAMIGLIA È dall'abitazione dei coniugi Eduardo Juan Francisco Guerrero, 36 anni, e Luisa Maria Cortorreal, 33, che parte l'attività investigativa dei carabinieri. Attraverso telecamere e intercettazioni ambientali e telefoniche, i militari documentano l'attività di spaccio di moglie e marito, entrambi disoccupati, e dei loro collaboratori fidati. Tra i più stretti c'è Kenny Nicola Cianfarra, 33 anni, venezuelano residente a Lama dei Peligni, a cui i coniugi affidano il recupero dei corrieri della droga all'aeroporto. Anche quando viene arrestato, il 5 marzo scorso, insieme a un corriere brasiliano che aveva ingerito 66 ovuli, Guerrero è tranquillo: «Mi fido, so che lui non parlerà. Io mi rinchiuderò, un paio di giorni resterò tranquillo», riferendosi al fatto di fermare l'attività illecita. Guerrero, insieme alla moglie, cura l'attività di spaccio in prima persona, effettuando la consegna dello stupefacente a bordo di auto prese a noleggio. Cambia spesso veicoli ma anche telefono e sim, allo scopo di eludere i controlli. Dell'organizzazione fanno poi parte soggetti dediti allo spaccio al dettaglio della cocaina consegnata dai coniugi.
GLI INDAGATI Sono in tutto 19 gli indagati, 7 italiani e 12 stranieri, ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel blitz, scattato all'alba di venerdì, i militari hanno eseguito 13 perquisizioni, in abitazioni, luoghi di lavoro, dimore e pertinenze degli indagati, tra Lanciano, Lama dei Peligni, Altino, Castel Frentano, Civitella Messer Raimondo, Casoli, Roma Trastevere e Chieti. Per otto soggetti il procuratore Mirvana Di Serio ha richiesto le misure cautelari: in carcere per Guerrero e la moglie, per Cianfarra e Lenin Luis Tavarez, 21 anni, dominicano domiciliato ad Altino; agli arresti domiciliari, invece, per Angelo Guida, 43 anni, residente a Castel Frentano, Francesca Romano, 42, residente a Castel Frentano, Agostino Cerullo, 49, domiciliato a Francavilla al Mare, e Yacmeri Esther Rodriguez Rodriguez, 22, dominicana domiciliata ad Altino. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Alessandro Cerella, Vincenzo Menicucci, Francesco Piccone, Matteo Benedetti. Mercoledì si terranno i primi interrogatori, durante i quali gli indagati potranno fornire la loro versione dei fatti contestati.
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