Comuni bistrattati, mobilitazione dell’Anci

Il sindaco: finanziamenti dimezzati rispetto al 2012 e spese per la giustizia rimborsate a metà

CHIETI. Trasferimenti dallo Stato dimezzati in un anno e passati dai 14 milioni di euro del 2010 agli appena 3,4 milioni di euro previsti per il 2013, rimborsate solo del 50% le spese affrontate dal Comune per i costi relativi alla Giustizia ed una seconda rata dell’Imu ancora da compensare. Palazzo d’Achille, al pari degli altri Comuni italiani, è in agonia. Il sindaco Umberto Di Primio, esponente di spicco dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), lancia l’allarme rosso in una giornata di mobilitazione promossa dall’Anci sul territorio nazionale. «I Comuni, al contrario di quanto si possa credere, sono virtuosi. Basti pensare che gli 8100 Comuni italiani costano solo il 7,6% del totale della spesa della pubblica amministrazione contro», lamenta Di Primio, «il 39% degli enti di previdenza, il 29,9% dello Stato, il 18% delle Regioni e della sanità. Le Province, tanto bistrattate, assorbono, invece, appena l’1,3% della spesa della pubblica amministrazione. La loro soppressione, quindi, non risolleverebbe il Paese come qualcuno vuole far credere».

Il sindaco, studio dell’Anci alla mano, fornisce altri dati eloquenti ad ulteriore conferma della rigidità finanziaria che il Governo, a quanto pare, ha deciso di applicare esclusivamente sui Comuni.

«I primi investitori sui territori. Il Comune di Chieti ha investito 11 milioni e mezzo di euro in opere pubbliche», sottolinea Di Primio, «che verranno messe in cantiere tra quest’anno e il prossimo».

Eppure lo Stato sembra pensarla diversamente. Non a caso i Comuni sono stati obbligati a diminuire la spesa corrente del 2,5% mentre lo Stato, dal 2008 ad oggi, l’ha aumentata dell’8%. Dati che spiegano i minori investimenti fatti nei Comuni pari, negli ultimi sei anni, ad un eloquente -28%. Sbilanciata, secondo Di Primio e l’Anci, anche la politica fiscale con l’introduzione dell’Imu che ha fruttato maggiori risorse per lo Stato del 4,26% contro lo 0,22% dei Comuni. A peggiorare le cose il taglio netto dei trasferimenti statali. Passati, per il capoluogo teatino, dai 14 milioni e mezzo di euro del 2010 ai poco più di 3 milioni del 2013, la metà di quanto incassato nel 2012. Sui conti in rosso dei Comuni pesano come macigni, poi, le spese del comparto giustizia. Al Comune il Tribunale costa 1 milione di euro all’anno. «Soldi», precisa Di Primio, rimborsati con estrema lentezza dallo Stato che deve ai Comuni 250 milioni di euro ma ne ha stanziati solo 70 nella legge di stabilità 2014».

Jari Orsini

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