Il professor Francesco Cipollone, capo del dipartimento medico del Santissima Annunziata di Chieti

L'EPIDEMIA

Coronavirus: a Chieti reparto filtro per evitare focolai intraospedalieri

E' stato attivato nel blocco A dell'ottavo livello con il massimo standard di sicurezza contro il contagio

CHIETI. Un reparto filtro che ha la funzione di evitare focolai intraospedalieri da Coronavirus. E' stato attivato al Santissima Annunziata di Chieti, quello che in gergo viene definito "reparto grigio", subito dopo la chiusura deille sezioni Covid spostate per lo più ad Atessa, dopo il 25 maggio. Per chi oggi va in ospedale a Chieti i rischi di contrarre il virus sono ridotti a zero, certamente per la costante e accurata sanificazione degli ambienti, ma grazie soprattutto a questo reparto cuscinetto che evita il diffondersi del virus.

"Il paziente che attualmente arriva al Pronto soccorso e viene sottoposto a tampone" spiega il professor Francesco Cipollone, direttore della Clinica medica e capo del dipartimento medico del Santissima Annunziata, "viene ricoverato in questa zona cuscinetto che si trova all'ottavo livello, blocco A. Qui sostano sia i pazienti di tipo medico che chirurgico in attesa dell'esito del tampone che deve essere letto entro 48 ore dal centro preposto dell'università". Successivamente, prosegue Cipollone, viene trasferito nel reparto di destinazione definitiva che può essere o la Clinica medica o una delle Chirurgie. In questa fase di attesa della risposta del tampone, gli standard di sicurezza e di prevenzione sono elevatissimi: i pazienti vengono posizionati a un metro e quaranta centimetri di distanza l'uno dall'altro e questo comporta anche una ridotta capacità di accoglienza rispetto alla capacità originaria. "Sono sempre diciassette i letti disponibili" spiega Cipollone "ma con un posizionamento diverso dal passato per garantire la distanza di sicurezza. Anche negli altri reparti è stato messo in pratica il distanziamento tra pazienti a scapito del numero di posti letto, ma è una scelta che si è posta come necessaria a tutela dei degenti.La circolazione del virus purtroppo continua a esserci: i dati in Abruzzo parlano ancora di uno 0,2% che tradotto in numeri sta a significare  che una persona ogni cinquecento ha ancora il virus".