Coronavirus, la Sevel chiude tre giorni

Il provvedimento riguarda tutti gli impianti del Gruppo Fca. Da lunedì si abbassano anche  i volumi produttivi con personale ridotto. Inoltre l’azienda chiede la cassa integrazione

TORINO. Il Gruppo Fca chiude temporaneamente alcuni impianti italiani nell'ambito delle misure per contrastare la diffusione del Coronavirus. Si fermano le fabbriche di Pomigliano oggi, mercoledì 11 marzo, giovedì e venerdì; Melfi e la Sevel di Atessa _ la più grande fabbrica d'Abruzzo in Val di Sangro _  domani, giovedì, venerdì e sabato; Cassino giovedì e venerdì. Tutti gli stabilimenti italiani sono coinvolti in interventi straordinari.

In particolare per lo stabilimento Sevel di Atessa, dove si produce il furgone modello Ducato, l'azienda ha comunicato alle Rsa che a partire dal primo turno di domani mattina, giovedì 12 marzo, e fino a domenica la fabbrica verrà fermata per riorganizzarsi in modo da rispettare il decreto del governo. A partire da lunedì abbasserà i volumi produttivi e lavorerà con personale ridotto. Inoltre l’azienda provvederà a richiedere la cassa integrazione per coprire i lavoratori che rimarranno a casa sia nella fermata totale sia nei giorni successivi.

La Fiom, attraverso il segretario generale Alfredo Fegatelli, ritiene importante questo primo risultato. E annuncia che vigilerà con le sue RSA/RLS affinché l’azienda rispetti tutti i decreti del Governo.

In una nota l'azienda informa che a partire da oggi, mercoledì 11 marzo, gli interventi straordinari "arriveranno anche, in alcuni casi, alla chiusura temporanea di singoli impianti per mettere in atto tutte le misure possibili per minimizzare il rischio di contagio tra i lavoratori". In particolare, saranno ridotte le produzioni giornaliere con un minor addensamento di personale nelle principali aree di lavoro. In ogni stabilimento saranno inoltre fatti interventi specifici di igienizzazione delle aree di lavoro ed in particolare delle aree comuni di relax, degli spogliatoi e dei servizi igienici. Le azioni di igienizzazione dei singoli locali proseguiranno anche successivamente a questo primo intervento straordinario. Tra le principali azioni, la facilitazione del lavoro a distanza per gli impiegati e l'applicazione di rigidi controlli e misure di sicurezza nelle mense e agli accessi di tutti i siti del Gruppo. Tutte le altre strutture amministrative di Fca continueranno regolarmente le loro attività nel rispetto delle norme e delle disposizioni governative con al tempo stesso il mantenimento delle misure di sicurezza e igiene applicate fin dal primo momento dell'esplosione del virus Covid-19.

«È un passo importante visto che è la prima multinazionale a farlo. Riteniamo indispensabile che queste scelte di fermata, riorganizzazione, rallentamento per permettere la ripartenza, siano estese anche alle altre aziende metalmeccaniche». Così Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, commentano la decisione di Fca di chiudere alcune fabbriche fino a lunedì. «Per affrontare questa fase di emergenza in tutto il Paese - spiegano Re David e De Palma - abbiamo proposto al Governo e al sistema delle imprese una programmazione della riduzione e del rallentamento delle attività produttive, fino alle fermate per mettere in sicurezza le lavoratrici e i lavoratori. La proposta di fermata per consentire una ripartenza in sicurezza per i lavoratori è il punto centrale della richiesta della Fiom, condivisa con le altre organizzazioni sindacali, che Fca ha accettato. Per ottenere questo risultato è stato fondamentale il confronto constante tra i delegati, le organizzazioni sindacali e la direzione aziendale di Fca. In una situazione di emergenza è necessario il confronto sulla salute, sulla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e sulla difesa del lavoro. Il Governo intervenga urgentemente con gli ammortizzatori sociali necessari a garantire il salario e il Ministero della Salute fornisca le linee guida di comportamento a tutto il mondo delle imprese».