Crediti orari azzerati, ricorso contro la Asl

Decine di dipendenti dell’ex azienda sanitaria Lanciano-Vasto da anni senza soldi in più in busta

VASTO. Crediti orari azzerati e ore eccedenti regolarmente autorizzate dai responsabili di settori e unità operative che non sono state ancora recuperate o pagate dopo più di due anni ad amministrativi, paramedici e tecnici. Per l’Azienda sanitaria di Lanciano-Vasto-Chieti si profila una nuova vertenza di lavoro che coinvolge decine e decine di dipendenti della ex Asl di Lanciano-Vasto, prima della fusione e riorganizzazione con quella provinciale.

«Con l’introduzione del nuovo regolamento per l’orario e la rilevazione delle presenze, si sono verificate gravi anomalie nei tabulati allegati alle buste paga del personale», spiega l’avvocato Luca Damiano del foro di Vasto che assiste una decina di lavoratori del San Pio appartenenti a diverse categorie professionali. «In sostanza, nel tabulato del mese di gennaio 2012, molti addetti dell’azienda sia del ruolo amministrativo che sanitario, fatta eccezione per i dirigenti medici, si sono visti azzerare il credito orario accumulato nel corso degli anni e preventivamente autorizzato dai responsabili delle unità operative di riferimento», spiega il legale.

Il direttore generale della Asl, Francesco Zavattaro, «aveva assicurato a marzo di quello stesso anno che la questione era già stata discussa con i rappresentanti sindacali e che le ore eccedenti sarebbero state regolarmente accantonate e registrate dal servizio risorse umane per poi essere recuperate da chi le aveva effettuate o remunerate secondo quanto previsto dal contratto» ricorda l’avvocato Damiano. «Dopo oltre due anni, però, nonostante tanti proclami e rassicurazioni, molti dipendenti non hanno potuto recuperare in alcun modo né è stato monetizzato il credito orario», aggiunge. «Hanno pertanto avanzato la richiesta di tentativo di conciliazione alla Direzione provinciale del lavoro senza ricevere ad oggi alcun riscontro» dice. «Il credito orario risulta, nella maggior parte dei casi, difficile da far recuperare a causa della carenza di personale in servizio. Si tratta inoltre di somme che variano da dipendente a dipendente. In mancanza di risposte concrete da parte dell’azienda, non resta che portare la vertenza nelle competenti sedi giudiziarie», conclude Luca Damiano.

Simona Andreassi

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